Movimento per la Vita, un anno di luce. E di gratitudine
I 50 anni del primo Centro di Aiuto alla Vita. Il pellegrinaggio giubilare con la Messa nella Basilica di San Pietro gremita dal “popolo della vita” e l’ultimo messaggio di papa Francesco. L’avvio dell’iter per la beatificazione di Carlo Casini. Il senso di un 2025 da custodire nel cuore

Non è tanto importante aggiungere anni alla vita, quanto vita agli anni. E il 2025, per il Movimento per la Vita italiano, si presenta ora come un anno che è stato colmo di vita vissuta, abitata dalla gratitudine. Il Natale ci accompagna in questo sguardo riconciliato sul tempo. La strada che conduce alla culla di Betlemme, quest’anno, è rischiarata da tante luci. La prima luce viene da lontano: cinquant’anni fa, il 22 maggio 1975, nasceva il Movimento per la Vita. Cinquant’anni di volti e di nomi, di storie custodite come tesori. Cinquant’anni di Centri di Aiuto alla Vita, di donne ascoltate quando tutto sembrava chiuso, di bambini accolti quando erano considerati scarti. Cinquant’anni in cui la vita non è stata uno slogan, ma una speranza concreta, possibile. Non è un caso che questo tempo di memoria e di rendimento di grazie si intrecci con l’Anno giubilare della Chiesa. Il Giubileo del Movimento per la Vita, celebrato l’8 marzo 2025 nella Basilica di San Pietro, ha significato confessare, con i passi prima ancora che con le parole, che la vita si difende davvero solo quando la si ama. Tutta. Soprattutto quando è fragile, ferita, inattesa.
Un’altra luce si è accesa il 1° ottobre 2025, con l’editto che ha dato avvio al riconoscimento della testimonianza di vita di Carlo Casini come cammino di santità. La sua figura rimane una lampada accesa: un uomo che ha saputo unire la chiarezza del giurista, il coraggio del politico e la tenerezza del credente. La sua vita continua a interrogarci con una domanda semplice e decisiva: stiamo vivendo anche noi la nostra esistenza come un dono? Attorno a queste tre grandi luci – i cinquant’anni, il Giubileo, Carlo Casini – si è snodato un anno fecondo: incontri culturali sull’enciclica Evangelium vitae a trent’anni dalla sua pubblicazione; testimonianze che hanno raccontato come, quando la vita vince, non lo fa mai da sola; percorsi formativi per giovani e adulti; la presenza nei luoghi del dibattito pubblico e internazionale, dall’Italia all’Europa. Tutto tenuto insieme da una convinzione profonda: non basta affermare il diritto alla vita se non si costruiscono le condizioni perché quel diritto possa essere accolto e vissuto. Nel 2017 Carlo Casini scriveva, contemplando il mistero dell’Incarnazione: «Nel Natale l’immedesimazione di Dio nell’uomo tocca il vertice della tenerezza: Dio che si lascia insegnare a parlare e a camminare da una donna». È qui, in questa immagine disarmante, che il Movimento per la Vita riconosce la radice del proprio impegno: l’Infinito che si nasconde nel grembo di una donna, un Dio che nasce nella greppia fragile dell’umano e chiede di essere amato e custodito. Questa è la grande notizia da diffondere, come una luce che non si spegne, perché dire di sì alla vita è il modo più concreto per dire grazie a Dio.
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