Dialogo, disarmo, inclusione: la Marcia della Pace di Catania
di Costanza Oliva
Dal pomeriggio alla sera, l'iniziativa promossa dalla Commissione Episcopale per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace della Cei. Nella città siciliana un cammino in cinque tappe, tra messaggi, testimonianze e profezia

La Marcia nazionale per la Pace, in programma oggi a Catania, si colloca nel solco tracciato dal Messaggio di Papa Leone XIV per la Giornata Mondiale della Pace 2026, intitolato “La pace sia con tutti voi: verso una pace disarmata e disarmante”. Un richiamo che risuona con forza in un tempo segnato da conflitti diffusi e da una crescente deriva bellicista. Al centro dell’iniziativa, promossa dalla Commissione Episcopale per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace della Cei, insieme ad Azione Cattolica italiana, Acli, Agesci, Caritas italiana, Movimento dei Focolari, Libera e Pax Christi, c’è l’appello a contrastare l’aumento delle spese militari a discapito degli investimenti in welfare, giustizia sociale e tutela dell’ambiente e a riaprire un dibattito pubblico sul disarmo nucleare e sull’adesione ai trattati internazionali di messa al bando delle armi atomiche.
La Marcia per la Pace, che la Chiesa italiana promuove dal 1968, si propone come un gesto pubblico di preghiera, testimonianza e responsabilità, per opporsi alla “globalizzazione dell’impotenza” e scegliere la pace come strumento di costruzione concreta della convivenza. Non è casuale la scelta di Catania, nel cuore del Mediterraneo: uno spazio che, nelle parole di Giorgio La Pira, potrebbe diventare “se pacificato lo spazio più luminoso della Terra”, luogo di incontro tra i popoli e non frontiera di morte, “grande lago di Tiberiade”. Il cammino si snoderà in cinque tappe. Il ritrovo è fissato alle ore 15.30 in piazza Stesicoro, accompagnato dalla musica del complesso Ro’ la Formichina. Alle 16 la partenza dalla Chiesa di San Biagio, con un videomessaggio del cardinale Pierbattista Pizzaballa, per proseguire verso la parrocchia del Crocifisso della Buona Morte, dove saranno ascoltate le testimonianze della cooperativa Trame di quartiere.
In piazza Cutelli, terza tappa della Marcia, il tema sarà il dialogo interreligioso, con l’intervento dell’imam di Catania Abdelhafid Kheit e di Michael Militello (Living Peace International – Movimento dei Focolari). Il cammino proseguirà poi verso il Porto, con l’intervento del giornalista Antonio Mazzeo su “Porti aperti alle persone e chiusi alle armi”, per arrivare in piazza San Francesco, dove si rifletterà su educazione e pace nel solco dell’eredità di Danilo Dolci e don Pino Puglisi. Il cammino si concluderà alla Chiesa di San Benedetto con la celebrazione della Santa Messa alle ore 21, presieduta dall’arcivescovo di Catania Luigi Renna. «La Marcia di Catania - spiegano gli organizzatori - è un segno di speranza e di responsabilità. Un atto collettivo per dare voce al ripudio della guerra sancito dalla Costituzione italiana e per rilanciare il sogno di un’Europa capace di essere potenza di pace nel mondo».
In preparazione, si sono svolte anche due giorni di convegno al Museo diocesano. A introdurre i lavori l’arcivescovo Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia, con un intervento dal titolo «Dai segni del potere, al “potere dei segni”». A concludere la sessione sarà don Luigi Ciotti che guarderà alla giustizia e alla verità come vie per la pace e il disarmo.
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