Illinois, un nuovo passo verso la morte su richiesta

Firmata la «Legge di Deb», presentata come "compassionevole" ma che in realtà toglie valore alla vita. Inascoltati il Papa e i vescovi dello Stato che avevano chiesto al governatore un passo indietro
December 31, 2025
La legge SB 1950 (HA 2) “Opzioni di fine vita per i pazienti adulti terminali”, approvata a stretta maggioranza (30 voti favorevoli contro 27) dal Senato dell’Illinois il 31 ottobre e siglata il 12 dicembre dal governatore di questo Stato d’America, Jay Robert Pritzker, del partito democratico, è popolarmente conosciuta negli Usa come “Legge di Deb”, dal nome della sessantacinquenne attivista Deb Robertson da tre anni affetta da un carcinoma neuroendocrino particolarmente aggressivo, che ne è stata una tenace fautrice. La legge si aggiunge a quelle sul suicidio medicalmente assistito (Sma) già in vigore in 11 Stati dell’Unione e nel distretto della Columbia.  I vescovi della Conferenza cattolica dell’Illinois hanno invano chiesto al governatore Pritzker, con una lettera del 10 dicembre, di porre il suo veto su questa legge «che non ha nulla di compassionevole» e che «porterà ad un aumento dei suicidi nell’Illinois», come accaduto in Canada, dove sono passati «da poco più di 1.000 nel 2016» a «15.000 in meno di una decade». Anche papa Leone XIV, nativo di questo Stato, pochi giorni fa ha ricordato di aver affrontato con Pritzker «molto esplicitamente» la questione, e si è detto «molto deluso» perché «purtroppo, per diverse ragioni, ha deciso di firmare quel disegno di legge».
Quali sono i punti salienti della legge SB 1950, ormai in vigore in Illinois? Sin dalla declaratoria, essa enfatizza la volontà del legislatore di evitare casi di abusi o coercizioni sui pazienti candidabili al Sma. Per questo, i medici, oltre a una richiesta scritta, devono ricevere due richieste verbali per il farmaco letale direttamente dal paziente, a 5 giorni di distanza l’una dall’altra. La competenza mentale del richiedente sarà valutata clinicamente. Non è ammissibile che la richiesta di Sma sia accettata sulla sola base di una disposizione anticipata di trattamento (Dat). In nessun caso (anche se il paziente è in stato di incoscienza o non è mentalmente abile) possono presentare richiesta altri soggetti, quali i parenti, il personale sanitario, i tutori legali e i giudici.
Inoltre, il paziente deve essere fisicamente in grado di autosomministrarsi la dose letale (si precisa: «Ingerire il farmaco prescritto. […] L’autosomministrazione non include la somministrazione per iniezione parenterale o infusione») e nessun medico, farmacista o altro professionista sanitario deve essere coinvolto direttamente nella somministrazione. Il malato può rifiutare il Sma in ogni momento, anche dopo gli è stato messo a disposizione il farmaco. La legge punisce chiunque «esercita una pressione su qualcuno per richiedere il farmaco» o «falsifica una richiesta». Secondo la SB 1950, chi sono i pazienti eleggibili per accedere alla Sma? Il richiedente deve avere compiuto i 18 anni, trovarsi nello stadio terminale di una malattia (definita con una prognosi «che preveda la morte entro sei mesi» formulata da almeno due medici), essere in grado di intendere e decidere autonomamente, ed essere stato informato dal medico curante sulla «fattibilità delle cure di fine vita e delle opzioni per il trattamento della malattia terminale del paziente» (che «includono, ma non si limitano a» le cure palliative, ma si estendono ad altre forme del prendersi cura della persona).
Un confronto con il Testo unificato del disegno di legge che modifica l’articolo 580 del codice penale e prevede disposizioni esecutive della sentenza n. 242/219 della Corte costituzionale, attualmente in discussione al Senato italiano, andrebbe condotto a più livelli etici, giuridici e socio-sanitari. Limitatamente ai criteri di accesso al Sma, è da notare che la legge dell’Illinois riserva la legittimità dell’uso di un farmaco letale ai soli casi di stadi strettamente terminali di malattie inguaribili (ma non incurabili), con prognosi di morte entro sei mesi. Di conseguenza, esclude le situazioni cliniche di malattia degenerativa a decorso più lento (anche di parecchi anni) ed individualmente imprevedibile quanto a gravità e durata, anche se alcune funzioni vitali del paziente richiedono di essere vicariate da trattamenti sanitari. Inoltre, l’inammissibilità della somministrazione parenterale (endovenosa) della dose letale e l’autosomministrazione per via orale garantiscono fino all’ultimo istante la volontà irremovibile ed attuale del suicidio, e non solo la sua ideazione e premeditazione.
Come ha affermato Leone XIV, bisogna essere «molto chiari sulla necessità di rispettare la sacralità della vita, dall’inizio alla fine», e questa viene violata sia dalla legge dell’Illinois che dal Testo unico depositato a Palazzo Madama. Ma l’incremento del numero dei suicidi di pazienti, reso attuabile da quest’ultimo con l’assistenza medica, sarebbe più elevato, considerata l’estensione della eleggibilità dei soggetti, con una casistica che va ben oltre gli stadi strettamente terminali di malattia, potendosi offrire ed autorizzare per numerose patologie degenerative. A maggior forza, vale dunque per il Testo unico l’argomentazione (giuris)prudenziale e sociale dei vescovi americani.

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