giovedì 31 ottobre 2019
Lo ha ammonito il Papa incontrando i partecipanti al summit sui diritti umani e la pace organizzato alla Pontificia Università Lateranense
Il Papa alla Lateranenese: basta indifferenza, la pace va costruita insieme
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Basta indifferenza, la pace non va solo invocata ma costruita insieme. Lo ha ammonito il Papa incontrando i partecipanti al summit sui diritti umani e la pace organizzato alla Pontificia Università Lateranense. "Educare alla pace - ha osservato Bergoglio nel suo discorso - richiede di dare sollievo e risposta a coloro - molti, purtroppo - che i conflitti e le guerre condannano a morte o costringono ad abbandonare gli affetti, le abitazioni, i Paesi d'origine. Dobbiamo farci carico delle attese e delle angosce di tanti nostri fratelli e sorelle. Non possiamo restare indifferenti, limitandoci a invocare la pace."Siamo chiamati a costruirla insieme".

Il Pontefice rivolge l'attenzione alle giovani generazioni: "La responsabilità verso le nuove generazioni esige anzitutto l'impegno a formarle e ad ascoltarle per rispondere alle sfide dei nostri tempi, senza negare l'immutabile valore della verità, ma con un linguaggio comprensibile e attuale. Non basta essere critici rispetto al passato o all'esistente, è necessario mostrare creatività e proposte per il futuro, aiutando ogni persona a crescere per diventare un protagonista e non più solo uno spettatore".

Bergoglio invoca un patto educativo: "La pace, la dignità umana, l'inclusione e la partecipazione evidenziano quanto sia necessario un patto educativo ampio e in grado di trasmettere non solo la conoscenza di contenuti tecnici, ma anche e soprattutto una sapienza umana e spirituale, fatta di giustizia, rettitudine, comportamenti virtuosi e in grado di realizzarsi in concreto. Quante volte i più giovani vengono esclusi perché gli obiettivi proposti non sono realmente percorribili, o magari sono pensati solo per soddisfare interessi limitati? Invece di condizionare il cammino futuro delle giovani generazioni, dovremmo piuttosto trasmettere ad esse un metodo capace di valorizzare l'esperienza, anche quella negativa - e cosa c'è di più negativo della guerra e delle violenze? Un metodo capace di guardare i fatti nelle loro cause e di fornire gli strumenti per superare conflitti e contrapposizioni".

Il Papa indica la sfida per gli uomini di Chiesa: "Molte volte anche noi, donne e uomini di fede, ci limitiamo a dare indicazioni piuttosto che trasmettere l'esperienza di valori e virtù. E così, di fronte ai conflitti e alla necessità di costruire la pace, non ci accorgiamo che il nostro messaggio rischia di essere astratto e di rimanere inascoltato. Addirittura proprio un habitat che si definisce "religioso", ma in realtà è ideologico, genera in alcune persone sentimenti di violenza e persino desiderio di vendetta. Di fronte alla mancanza di pace, non basta invocare la libertà dalla guerra, proclamare diritti o anche utilizzare l'autorità nelle sue diverse forme. Occorre soprattutto mettersi in discussione e recuperare la capacità di stare tra le persone, dialogare con esse e comprenderne le esigenze, magari con la nostra debolezza, che poi è il modo più autentico per essere accolti quando parliamo di pace. Non solo i credenti, ma tutti coloro che sono animati da buona volontà sanno quanto sia necessario il dialogo in tutte le sue forme".

"Dialogare - dice il Papa-non serve solo a prevenire e risolvere i conflitti, ma è un modo per far emergere i valori e le virtù che Dio ha scritto nel cuore di ogni uomo e ha reso evidenti nell'ordine della creazione. Cercare ed esplorare ogni opportunità per dialogare non è solo un modo per vivere o coesistere, ma piuttosto un criterio educativo. In questa linea trova giusta collocazione il percorso di studi in teologia interconfessionale avviato in questa Università. Andate avanti, con coraggio. Quanto abbiamo bisogno di uomini di fede che educano al vero dialogo, utilizzando ogni possibilità e occasione!".

Papa Francesco ha inaugurato la Mostra "Calligrafia per il Dialogo: promuovere la cultura di pace attraverso la cultura e l'arte", intitolata alla memoria del cardinale Jean-Louis Tauran. Saranno esposte, dal 4 al 22 novembre, 24 opere dell'artista saudita Othman Alkhuzaiem. Organizzata con l'ambasciata dell'Arabia Saudita a Roma e la collaborazione della University for peace delle Nazioni Unite che con l'Ateneo Pontificio ha avviato un percorso di studi e di ricerca in Scienza della Pace, l'esposizione è in memoria del cardinale Tauran già presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, morto il 5 luglio dello scorso anno e apprezzato, come ha scritto Francesco nel telegramma di cordoglio - soprattutto per una vita nella Chiesa dedicata alla costruzione di "relazioni di fiducia e stima" con "il mondo musulmano".

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