lunedì 20 febbraio 2023
L'udienza ai partecipanti all'Assemblea plenaria della Pontifica Accademia per la Vita. «Urgente che la distribuzione delle risorse e l'accesso alle cure vadano a vantaggio di tutti»
Papa Francesco in una foto d'archivio

Papa Francesco in una foto d'archivio - Sir

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Il cambiamento delle condizioni di vita dell’uomo, nel mondo tecnologico; l’impatto delle nuove tecnologie sulla definizione stessa di “uomo” e di “relazione”; e il concetto di “conoscenza” e le conseguenze che ne derivano. Tre sfide e un “compito enorme”: rispondere assumendo le prospettive della complessità, del dialogo trans-disciplinare e della collaborazione tra soggetti diversi.

È quanto il Papa indica ai membri della Pontificia Accademia per la Vita ricevuti nella Sala del Concistoro in occasione dell’Assemblea Plenaria in corso oggi e domani in Vaticano sul tema “Convergin on the person. Emerging Technologies for the Common Good”.

"Penso all'urgenza che la distribuzione delle risorse e l'accesso alle cure vadano a vantaggio di tutti, perché siano ridotte le disuguaglianze e sia garantito il sostegno necessario specialmente ai soggetti più fragili, come le persone disabili, ammalate e povere. Per questo occorre vigilare sulla velocità delle trasformazioni, sull'interazione tra i cambiamenti e sulla possibilità di garantirne un equilibrio complessivo".

Il Pontefice ha anche sottolineato che oggi "il rapido sviluppo dei mezzi tecnici rende più intensa ed evidente l'interdipendenza tra l'uomo e la 'casa comune'". Anzi, "la forza e l'accelerazione degli interventi è tale da produrre mutazioni significative, sia nell'ambiente che nelle condizioni di vita dell'uomo, con effetti e sviluppi non sempre chiari e prevedibili".

Le nuove tecnologie inoltre hanno un significativo impatto sulla definizione di uomo e relazione.

Il Vescovo di Roma rileva che “la forma tecnologica dell’esperienza umana sta diventando ogni giorno più pervasiva: nelle distinzioni tra ‘naturale’ e ‘artificiale’, ‘biologico’ e ‘tecnologico’, i criteri con cui discernere il proprio dell’umano e della tecnica diventano sempre più difficili”.

Da qui l’urgenza di una “seria riflessione sul valore stesso dell’uomo”: "Occorre, in particolare, ribadire con decisione l’importanza del concetto di coscienza personale come esperienza relazionale, che non può prescindere né dalla corporeità né dalla cultura. In altre parole, nella rete delle relazioni, sia soggettive che comunitarie, la tecnologia non può soppiantare il contatto umano, il virtuale non può sostituire il reale e nemmeno i social l’ambito sociale".

Il Papa ha auspicato inoltre "un rinnovato modo di pensare anche in ambito teologico; è bene infatti che la teologia prosegua nel superamento di impostazioni eminentemente apologetiche, per contribuire alla definizione di un nuovo umanesimo e favorire il reciproco ascolto e la mutua comprensione tra scienza, tecnologia e società". A suo avviso, "la mancanza di un dialogo costruttivo tra queste realtà, infatti, impoverisce la fiducia reciproca che sta alla base di ogni convivenza umana e di ogni forma di 'amicizia sociale'".

Ed ha accennato inoltre "all'importanza del contributo che offre a tale scopo il dialogo tra le grandi tradizioni religiose". "Esse dispongono di una saggezza secolare, che può essere di aiuto in questi processi", ha concluso.

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