giovedì 7 dicembre 2017
La preghiera come «carburante del viaggio verso la piena unità». Papa Francesco riceve la presidenza della Federazione luterana mondiale, guidata dall’arcivescovo nigeriano Musa Panti Filibus
Il Papa a Lund, a fine 2016

Il Papa a Lund, a fine 2016

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La purificazione della memoria per dare nuovo slancio all’impegno comune. La preghiera come «carburante del viaggio verso la piena unità». L’importanza di non fermarsi, di non indugiare sui risultati raggiunti, perché «nella vita spirituale, come nella vita ecclesiale, quando si sta fermi sempre si torna indietro». Sono alcuni dei passaggi del discorso rivolto dal Papa alla presidenza della Federazione luterana mondiale, guidata dal nuovo presidente l’arcivescovo nigeriano Musa Panti Filibus.

In particolare nella sua riflessione Francesco ha sottolineato come «pregando, si possa ogni volta vederci gli uni gli altri nella prospettiva giusta, quella del Padre, il cui sguardo si posa su di noi amorevolmente, senza preferenze o distinzioni. E nello Spirito di Gesù, nel quale preghiamo, ci riconosciamo fratelli. Questo è il punto da cui partire e ripartire sempre. Da qui guardiamo anche alla storia passata e ringraziamo Dio perché le divisioni, anche molto dolorose, che ci hanno visto distanti e contrapposti per secoli, negli ultimi decenni sono confluite in un cammino di comunione, nel cammino ecumenico suscitato dallo Spirito Santo. Esso ci ha portato ad abbandonare gli antichi pregiudizi, come quelli su Martin Lutero e sulla situazione della Chiesa Cattolica in quel periodo. A ciò ha contribuito notevolmente il dialogo tra la Federazione luterana mondiale e il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, condotto dal 1967; un dialogo – ha continuato – di cui fare memoria grata oggi, a distanza di cinquant’anni, anche riconoscendo alcuni testi particolarmente importanti, quali la Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione e, da ultimo, il documento "Dal conflitto alla comunione"».

E il pensiero, come ovvio è tornato all’anno scorso, allo storico viaggio a Lund in Svezia durante il quale il Papa ha partecipato all’apertura delle celebrazioni per il 500° anniversario della Riforma di Lutero. Un evento contrassegnato da una dichiarazione congiunta, firmata insieme all’allora presidente della Federazione luterana, il vescovo Munib Yunan. Un momento storico che nelle parole del Pontefice sta a significare come non ci si possa rassegnare «alla divisione e alla distanza che la separazione ha prodotto tra noi. Abbiamo – disse il Papa a Lund il 31 ottobre 2016 – la possibilità di riparare a un momento cruciale della nostra storia, superando controversie e malintesi che spesso ci hanno impedito di comprenderci gli uni gli altri». Soprattutto in considerazione del fatto «che la nostra divisione si allontanava dal disegno originario del popolo di Dio» «ed è stata storicamente perpetuata da uomini di potere di questo mondo più che per la volontà del popolo fedele».

Di qui l’invito, ribadito nell’udienza odierna, all’annuncio del Vangelo che è «priorità del nostro essere cristiani nel mondo». Un annuncio di cui «l’unità riconciliata è parte indispensabile». E che va “tradotta” in una testimonianza comune sul terreno della prassi. Per procedere insieme verso il Signore infatti «non bastano buone idee, ma occorre muovere passi concreti e tendere la mano. Ciò vuol dire, soprattutto, spenderci nella carità, guardando ai poveri, ai fratelli più piccoli del Signore (cfr Mt 25,40): sono i nostri indicatori preziosi lungo il cammino».

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