lunedì 5 agosto 2019
La preghiera di Francesco per tutte le vittime delle sparatorie negli Stati Uniti. "Tante guerre iniziano per cupidigia"
Papa Francesco: i beni servono, ma vanno condivisi con i più bisognosi
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Sono spiritualmente vicino alle vittime degli episodi di violenza che in questi giorni hanno insanguinato il Texas, la California e l’Ohio, negli Stati Uniti, colpendo persone inermi. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per quanti hanno perso la vita, per i feriti e i loro familiari”. È il cordoglio espresso da papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus da piazza San Pietro, chiedendo di pregare un’Ave Maria.

I beni materiali “sono necessari alla vita”, ma se diventano il fine della nostra esistenza, incatenano il cuore, lo distolgono “dal vero tesoro che è nei cieli” e sono spesso “sorgente di inquietudine, di avversità, di prevaricazioni, di guerre”. Su questo tema si era concentrato il Papa prima di recitare l'Angelus con i pellegrini in piazza San Pietro, commentando il brano del Vangelo di questa domenica, nel quale san Luca racconta della richiesta rivolta a Gesù di dirimere una questione di eredità in famiglia, e la sua risposta, attraverso la parabola del ricco stolto, “una bella parabola, che ci insegna tanto”.
Cristo, sottolinea il Papa, “esorta a rimanere lontano dalla cupidigia, cioè dell’avidità di possedere”, raccontando del ricco “che crede di essere felice perché ha avuto la fortuna di una annata eccezionale e si sente sicuro per i beni accumulati”. Ma presto questi suoi progetti di tranquillità e benessere sfrenato per molti anni, entrano in contrapposizione con quelli di Dio.
Invece dei “molti anni”, spiega Francesco, Dio indica al ricco l’immediatezza di “questa notte: stanotte morirai”; al posto del “godimento della vita” gli presenta il “rendere la vita”, con il conseguente giudizio. Il Signore rivolge al ricco anche una domanda sarcastica: “E quello che hai preparato, di chi sarà?”.
Rispetto ai molti beni accumulati dal ricco il Pontefice ha invitato a pensare “alle lotte per le eredità; tante lotte di famiglia. E tanta gente, tutti sappiamo qualche storia, che all'ora della morte incomincia a venire: i nipoti, i nipotini vengono a vedere: ‘Ma cosa tocca a me?’ e portano via tutto”. È “in questa contrapposizione che si giustifica l’appellativo di ‘stolto’ – perché pensa a cose che lui crede essere concrete ma sono una fantasia – con cui Dio si rivolge a quest’uomo. Egli è stolto perché nella prassi ha rinnegato Dio, non ha fatto i conti con Lui”.
La parabola offre “un ammonimento che rivela l’orizzonte verso cui tutti noi siamo chiamati a guardare. I beni materiali sono necessari – sono beni! -, ma sono un mezzo per vivere onestamente e nella condivisione con i più bisognosi. Gesù oggi ci invita a considerare che le ricchezze possono incatenare il cuore e distoglierlo dal vero tesoro che è nei cieli”.
Secondo Francesco, “questo – si capisce – non vuol dire estraniarsi dalla realtà, ma cercare le cose che hanno un vero valore: la giustizia, la solidarietà, l’accoglienza, la fraternità, la pace, tutte cose che costituiscono la vera dignità dell’uomo. Si tratta di tendere ad una vita realizzata non secondo lo stile mondano, bensì secondo lo stile evangelico: amare Dio con tutto il nostro essere, e amare il prossimo come lo ha amato Gesù, cioè nel servizio e nel dono di sé”.

“La cupidigia dei beni, la voglia di avere beni – ha avvertito Francesco – non sazia il cuore, anzi provoca di più fame! La cupidigia è come quelle buone caramelle: tu ne prendi una e dici: ‘Ah! Che buona’, e poi prendi l’altra; e una tira l’altra. Così è la cupidigia: non si sazia mai. State attenti! L’amore così inteso e vissuto è la fonte della vera felicità, mentre la ricerca smisurata dei beni materiali e delle ricchezze è spesso sorgente di inquietudine, di avversità, di prevaricazioni, di guerre”. “Tante guerre – ha concluso – incominciano per la cupidigia”.

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