lunedì 27 febbraio 2017
Il Pontetice ha esortato i fedeli a scegliere Dio, padre amoroso, e non gli idoli illusori come la ricchezza
Papa Francesco: diciamo no all'affannosa ricerca della ricchezza
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Un invito a scegliere fra Dio, che non delude mai, e gli idoli illusori, come la ricchezza. Questo è il forte richiamo fatto ieri da Papa Francesco all’Angelus in piazza San Pietro, illuminata da un sole splendente e gremita di circa 30mila fedeli. Francesco ha esortato i fedeli ad affidarsi a Dio perché è un Padre amoroso. Ed è molto importante “in quest’epoca di orfanezza”, sentirlo Padre. Al termine della preghiera, il Papa ha ricordato la "Giornata delle malattie rare", che ricorre domani. “Non potete servire Dio e la ricchezza”. Parte dal brano evangelico la riflessione di Francesco all’Angelus. Si tratta fare “una scelta chiara”. “O il Signore, o gli idoli affascinanti ma illusori. Questa scelta che siamo chiamati a compiere si ripercuote poi in tanti nostri atti, programmi e impegni. E’ una scelta da fare in modo netto e da rinnovare continuamente, perché le tentazioni di ridurre tutto a denaro, piacere e potere sono incalzanti. Ci sono tante tentazioni per questo” avverte il Pontefice.

Onorare gli idoli porta a “risultati tangibili anche se fugaci”, rileva il Papa mentre scegliere Dio “non mostra sempre immediatamente i suoi frutti”. E’ quindi “una decisione” che “lascia a Dio la piena realizzazione” e che si prende nella speranza. La speranza, infatti, “non si arresta di fronte ad alcune difficoltà”, perché “fondata sulla fedeltà di Dio, che mai viene meno”, ricorda Francesco: "È fedele, è un padre fedele, è un amico fedele, è un alleato fedele". Questo è quindi il cuore dell’esortazione del Papa: fidarsi di Dio perché è “un Padre amoroso”, che non dimentica mai i suoi figli e si prende cura degli esseri viventi nel creato. E’ vero che la vita scorre sotto l’assillo delle preoccupazioni ma “quest’angoscia è spesso inutile”, ammonisce il Papa, “perché non riesce a cambiare il corso degli eventi”. Affidarsi a Dio, anche se non risolve magicamente i problemi, permette però di affrontarli “con l’animo giusto”. “Dio non è un essere lontano e anonimo: è il nostro rifugio, la sorgente della nostra serenità e della nostra pace. È la roccia della nostra salvezza, a cui possiamo aggrapparci nella certezza di non cadere. Dio è per noi il grande amico, l’alleato, il padre, ma non sempre ce ne rendiamo conto”.

L’uomo però preferisce appoggiarsi a beni immediati e contingenti, “dimenticando, e a volte rifiutando, il bene supremo, cioè l’amore paterno di Dio”. “Sentirlo Padre, in quest’epoca di orfanezza è tanto importante! In questo mondo orfano, sentirlo Padre. Noi ci allontaniamo dall’amore di Dio quando andiamo alla ricerca ossessiva dei beni terreni e delle ricchezze, manifestando così un amore esagerato a queste realtà". Questa "ricerca affannosa" dei beni è però motivo di infelicità. Per questo Gesù dona una regola di vita fondamentale: quella di cercare anzitutto il Regno di Dio. Questo significa realizzare quanto da Lui annunciato nel Discorso della Montagna, cioè fidarsi di Dio che non delude mentre tanti amici "ci hanno deluso", ed essere “amministratori fedeli dei beni” che ci ha donato, “anche quelli terreni, ma senza ‘strafare’”, come se tutto, anche la nostra salvezza, dipendesse “solo da noi”.

Al termine dell’Angelus, il Papa ha salutato i pellegrini presenti, fra loro anche il gruppo venuto in occasione della “Giornata delle malattie rare”, che ricorre domani: “Auspico che i pazienti e le loro famiglie siano adeguatamente sostenuti nel non facile percorso, sia a livello medico sia legislativo”."Grazie a voi - ha concluso - per tutto quello che fate".

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