Vedere «nubi» sulla rotta comune non è pessimismo, è realismo
venerdì 28 ottobre 2022

Signor direttore,

mi ha colpito il pessimismo di cui mi è sembrato intriso il suo editoriale (“Avvenire”, 22 ottobre 2022) sul nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni. Già il titolo “A passo di carica verso le nubi” dice tutto. Io invece sono alquanto entusiasta, non solo per il fatto personale che il mio voto abbia contribuito alla vittoria del centrodestra, ma soprattutto perché finalmente dopo tanti anni abbiamo in Italia un Governo espressione della volontà degli elettori che evidentemente hanno apprezzato le proposte politiche avanzate dai partiti di questa coalizione. Da non sottovalutare inoltre il fatto che per la prima volta nella storia della Repubblica il premier sia una donna. Che poi che Fdi e Lega siano “all’opposizione” di quasi tutto sulla scena continentale non può che essere un fatto positivo. Sarà pure al corrente ad esempio che i due suddetti partiti di destra in sede europea si sono battuti con la massima forza contro le risoluzioni a favore dell'aborto e contro l'obiezione di coscienza del personale sanitario voluti dai gruppi di sinistra e centrosinistra, compresi quelli italiani, fautori del cosiddetto pensiero unico. Non credo inoltre che costituisca un attentato alle nostre vite l'abolizione del Ministero della Transizione Ecologica. Penso che anche il nuovo Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica guarderà più al presente e al futuro piuttosto che al passato. Sicuramente non sarà a favore di un certo ideologismo ecologico in campo energetico di cui ora stiamo pagando le conseguenze. Infine, c'è da rallegrarsi che per la prima volta Giorgia Meloni abbia voluto un dicastero che si occuperà anche della Natalità oltre che della Famiglia e delle Pari Opportunità.

Giorgio Mauti


Credo di essere semplicemente realista, professor Mauti. E l’immagine che ho scelto nell’editoriale che lei ricorda – le «nubi» – non è affatto lontana da quelle persino più allarmanti scelte dalla stessa neopresidente del Consiglio nelle sue dichiarazioni programmatiche, visto che Giorgia Meloni parla apertamente di una «tempesta» che infuria e di un «macigno» che grava sulle spalle. L’opposizione, poi, in democrazia è una bella parola e un indispensabile, sacrosanto esercizio. Dipende come viene esercitata, ovviamente anche in relazione al modo con cui opera chi detiene la maggioranza. E questo vale in Italia e in Europa. A Bruxelles e Strasburgo a me come a tantissimi altri, appassionati all’ideale federalista dei padri fondatori dell’Unione, importa che sia opposizione in Europa e non opposizione all’Europa unita. Quanto ai confronti europarlamentari sull’aborto, lei dice una cosa vera sull’atteggiamento delle due diverse destre a cui fanno riferimento Fratelli d’Italia e Lega. Ma non dice tutto sulla trasversalità del dissenso rispetto a quello che anche io, con le parole di papa Francesco, definisco «pensiero dominante che tende a farsi unico». Quando le ragioni di un umanesimo plenario e concreto che custodisce e non relativizza in assoluto il valore della vita umana hanno prevalso, ed è accaduto, è stato per questa preziosa trasversalità che a volte, non sempre, riesce ad abbracciare settori di centro, di destra e di sinistra. Aggiungo solo che il rispetto per la vita umana nascente è esattamente lo stesso che si dovrebbe sempre avere anche per la salute delle madri, ma anche – e non lo annoto per caso – per la vita umana immigrata o ancora migrante. Apprezzo, poi, che il Ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità si chiami ora anche della Natalità (sebbene il concetto di famiglia contenga già quello di generatività), ma apprezzo di più che ci sia a guidarlo una persona di valore come Eugenia Roccella (che conosco e stimo da anni, e che ha collaborato a lungo con “Avvenire” e che è stata di nuovo eletta alla Camera con Fdi). Contano le donne e gli uomini, ciò che fanno e come lo fanno. Ricordo solo che quel Ministero, durante la gestione di Elena Bonetti (oggi parlamentare di Azione-Italia Viva), ha varato l’Assegno Unico per ogni figlio, proposto da due deputati del Pd (Graziano Delrio e Stefano Lepri) e votato infine trasversalmente da tutte le forze politiche. Un primo passo, lo definimmo. Continuiamo a chiedere con fiducia e senso di crescente urgenza gli altri passi. Infine, una battuta sulla «transizione ecologica » sostituita dalla «sicurezza energetica». A me pare purtroppo un passo indietro, ma aspetto di essere smentito coi fatti e di vedere presto l’Italia in testa al processo di «conversione ecologica» (secondo l’impegnativo richiamo del Papa nella «Laudato si’») che ci serve per custodire la casa comune che il Creatore ci ha affidato e che noi – in molti, incoscienti e violenti modi – stiamo abitando assai male.

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