martedì 12 novembre 2019
Le canzoni del 21enne Chris Obehi in dialetto siciliano, ma anche in lingua Esan per ringraziare la madre. La commovente "Non siamo pesci" sui morti in mare. Il sogno? insegnare musica
Dall'inferno libico al Conservatorio. E i fan gli finanziano il primo disco

Sogna di poter insegnare musica e mentre studia per ottenere il diploma al Conservatorio, ha già scritto "Walaho", una delle canzoni per il suo primo album, il cui titolo significa "Per favore" in Esan, una delle lingue parlate in Nigeria. "È una canzone che ho scritto per mia mamma, nella quale le chiedo 'Per favore non lasciarmi sbagliare strada'". Lui si chiama Chris Obehi, è di origine nigeriana, ha 21 anni ed è un musicista: nella sua chiesa si esibiva alle percussioni e al basso, ha studiato chitarra da autodidatta con dei video su Youtube in centro di accoglienza per minori migranti e ora sta perfezionando la sua tecnica nelle aule del Conservatorio di Palermo; mentre all'Università segue anche i corsi della facoltà di Scienze del turismo.

"Ho sempre sognato di incidere un album, ma riuscirci con il crowdfunding è stato il miglior modo per testimoniare che l'integrazione è possibile" ha spiegato Chris, ringraziando tutti gli amici che lo hanno sostenuto con una piccola donazione. Sopravvissuto al deserto, all'inferno della Libia e al Mediterraneo, "innamorato dell'Italia e della Sicilia" è riuscito a finanziare il suo primo disco attraverso una piattaforma di raccolta fondi online. "È tutto digitale, ma le persone sono verissime, molte alla fine dei concerti mi chiedevano 'Ma dove possiamo ascoltare le tue canzoni?' e in pratica sono stati loro a mettere in moto questo album", ha aggiunto il 21enne che in poco più di un mese ha raccolto i 5mila euro necessari a registrarlo in studio.

Per molti è ancora soltanto il ragazzo che canta Rosa Balistreri, l'apprezzata artista popolare siciliana scomparsa nel 1990, che cantò le sfumature di una Sicilia attanagliata tra mafia, connivenze e preconcetti. "Le sue canzoni mi hanno stregato per il ritmo che sembra davvero africano - ha spiegato Chris - la sua voce molto forte è un'anima piena, poi ho scoperto anche i testi e le ho imparate una dopo l'altra".

"Quando sono entrato in Conservatorio non conoscevo neppure gli spartiti, andavo a orecchio", ha raccontato. Sua madre cantava nei cori gospel della parrocchia, suo padre amava il reggae di Bob Marley, mentre suo nonno aveva la passione per gli strumenti a corda, "anche se il mio nome, Obehi, che significa 'mano d'angelo' e lo decise mia nonna che probabilmente aveva già visto il mio futuro da musicista".
Alle spalle ha una lunga traversata partita dalla Nigeria e terminata sulle coste di Lampedusa, compresi 4 mesi di permanenza in un centro di detenzione in Libia. "Ho lasciato la Nigeria nel 2015 a causa del forte aumento di tensioni religiose dovute alla presenza di Boko Haram. Non avrei mai voluto lasciare il mio Paese e nemmeno la mia famiglia, ma essendo cristiano la mia vita era in pericolo. Il viaggio è stato tosto, provo dolore a parlarne, preferisco concentrarmi sul presente piuttosto che guardare al passato", ha aggiunto Chris che lascia alla musica il suo grido alla disumanizzazione per quello che oggi subiscono i migranti, con la canzone "Non siamo pesci", candidata al Premio Musica contro le mafie.


Dopo l'arrivo, il trasferimento in una comunità per minori a Messina e infine Palermo. "Qui ho iniziato a frequentare dei locali e una sera mi hanno chiamato per esibirmi" racconta, aggiungendo che "in Nigeria suonavo con una piccola band, eravamo in cinque e io suonavo il basso, non avevamo neppure un nome, ma suonavamo principalmente due repertori: funerali e matrimoni". Poi per quattro mesi Chris finisce a Venezia per lavorare nella logistica "ma la Sicilia mi mancava troppo".

Tornato nel capoluogo siciliano, dopo alcuni video rimbalzati sul web, è diventato un simbolo di buona integrazione, ma anche di buona musica e lo scorso anno ha iniziato una piccola tournée a Milano, Torino, Napoli, Firenze e Verona.

Lo scorso 9 maggio assieme a Roy Paci si è esibito a Cinisi, in occasione delle commemorazioni di Peppino Impastato. "La sua storia mi ha davvero colpito perché anche noi in Nigeria lottiamo contro organizzazioni come Boko Haram o i cults, che ti controllano dalle prime scuole fino all'età adulta - ha spiegato Chris - anche molti nigeriani che vengono qui si trovano bloccati in situazioni del genere, soprattutto nel quartiere di Ballarò, per questo vorrei essere d'aiuto per loro, semplicemente per ricordando che noi tutti abbiamo la nostra possibilità di vita. Potrei dire di vivere un sogno, ma so per certo che è tutto reale e sta accadendo realmente".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI