lunedì 28 marzo 2011
Almeno 110 persone sono morte lunedì mattina nell'esplosione di una fabbrica di munizioni nel sud dello Yemen, a Jaar, e decine sono rimaste ferite. Da una prima ricostruzione, le vittime sono abitanti della città che cercavano di razziare munizioni nella fabbrica, che domenica era stata depredata da ribelli separatisti legati ad Al Qaida.
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Almeno 110 persone sono morte lunedì mattina nell'esplosione di una fabbrica di munizioni nel sud dello Yemen, a Jaar, e decine sono rimaste ferite. Da una prima ricostruzione, le vittime sono abitanti della città che cercavano di razziare munizioni nella fabbrica, che domenica era stata depredata da ribelli separatisti legati ad Al Qaida. Domenica, i ribelli avevano dato l'assalto a Jaar, occupando diversi edifici strategici e riuscendo a cacciare l'esercito regolare. Un soldato era morto nei combattimenti. I governativi si erano ritirati nella capitale della provincia di Abyane, Zinjibar, e i ribelli erano rimasti padroni di Jaar, una città di diverse centinaia di migliaia di abitanti, e di alcuni villaggi intorno.I guerriglieri, che secondo il governo sono legati ad Al Qaida nella penisola arabica, hanno poi compiuto un raid nella fabbrica di munizioni '7 ottobrè della località di Batige, a una decina di chilometri. Una trentina di uomini armati hanno immobilizzato le guardie, hanno riempito quattro camion di munizioni e sono tornati a Jaar.La fabbrica è rimasta senza sorveglianza. Stamani decine di persone sono entrate nell'impianto e hanno cominciato a razziare munizioni. In Yemen tutti girano armati, un'occasione simile per fare scorta di proiettili gratis era imperdibile. Qualcuno nella folla dei razziatori però ha involontariamente dato fuoco agli esplosivi, forse con una sigaretta. È cominciata una serie di esplosioni, che hanno avvolto la fabbrica in una palla di fuoco. Per quelli che erano dentro, non c'è stato scampo.Un responsabile provinciale ha detto che i terroristi hanno impedito a vigili del fuoco e ambulanze di raggiungere la fabbrica. Quando i soccorritori alla fine hanno potuto entrare, si sono trovati davanti uno spettacolo tremendo: decine di corpi carbonizzati, molti fatti a pezzi, feriti dappertutto con gravi ustioni, fra i quali donne e bambini."Ci sono così tanti corpi carbonizzati... - ha raccontato il medico di un ospedale -. Non possono neanche descrivere la situazione... I morti finora sono 110, ma anche dare questo numero è stato difficile, perché i resti bruciati sono difficili da contare... Alcune vittime, tra loro anche donne e bambini, saranno sepolte in fosse comuni... I feriti sono decine, molti con ustioni, e molti corpi rimangono ancora dentro la fabbrica".Il governo di Sanaa del presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da 32 anni, da anni è minacciato a nord dai ribelli sciiti e al sud dai separatisti che vogliono ricreare lo stato indipendente del Sud Yemen, riunito al nord nel '90. Questi movimenti secondo il governo hanno legami con la branca locale di Al Qaida, ovvero Al Qaida nella penisola arabica. Saleh è sempre stato sostenuto da Stati Uniti e Arabia saudita come un baluardo anti-terrorismo.Da quando sono scoppiate le rivolte in Tunisia ed Egitto, il suo potere è minacciato anche dalle proteste di piazza dei cittadini, che chiedono la fine del suo regime e un governo finalmente democratico.
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