venerdì 23 dicembre 2011
Mons. Emil Nona: "È dal 2003 che siamo costretti ad anticipare l'orario della preghiera di mezzanotte alle 18 per motivi di sicurezza. Ma la situazione nel Paese sta peggiorando sotto tutti i punti di vista.
Attentati a Baghdad, più di 70 i morti

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"I recenti avvenimenti che hanno colpito il Paese, in particolare la serie di attentati avvenuti ieri a Baghdad, ci hanno costretto a sospendere le feste previste per il Natale". È quanto annuncia il vescovo caldeo di Mossul, Emil Nona, in un'intervista all'AdnKronos. "Avevamo preparato un programma di celebrazioni per questa festività religiosa - spiega - credevamo che questo sarebbe stato l'anno giusto per rivivere il Natale, invece a causa di quanto accaduto di recente abbiamo dovuto sospendere tutto".Ogni chiesa della città, che si trova nel nord dell'Iraq, aveva preparato un programma di celebrazioni che prevedeva momenti di preghiera alternati a occasioni di divertimento e socializzazione dei fedeli. "Dal 2003 siamo costretti ad anticipare l'orario della preghiera di mezzanotte alle 18 per motivi di sicurezza - afferma il vescovo - avevamo previsto anche momenti per i bambini con l'arrivo di Babbo Natale che distribuiva i regali e una festa per le famiglie che forse terremo dopo Capodanno".La Chiesa di Mossul aveva organizzato anche la distribuzione di aiuti per le famiglie bisognose della comunità, ma "purtroppo la situazione nel Paese sta peggiorando sotto tutti i punti di vista. Ad esempio stamattina avevamo previsto di tenere le confessioni in tutte le chiese della città, ma con nostra sorpresa abbiamo scoperto che la polizia aveva imposto il coprifuoco e questo ci impedirà di fare quanto previsto". Il prelato si dice anche poco fiducioso sul fatto che a breve si possa trovare una soluzione alla crisi politica che sta colpendo il Paese. "La situazione è bloccata - conclude - il vero problema è che c'è mancanza di fiducia tra le parti politiche".
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