sabato 30 aprile 2016
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«Siamo profondamente rattristati da questo attacco sacrilego compiuto contro monsignor Prasad Gallela, cui assicuriamo tutto il nostro sostegno e le nostre preghiere. Senza alcuna discriminazione, ha sempre aiutato i più poveri tra i poveri e le comunità trascurate dal sistema delle caste, ancora molto radicato in queste terre. La Chiesa indiana si appella alle autorità, affinché trovino al più presto i colpevoli di questo attacco». È accorato e vibrante l’appello del cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbay e presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche, nel commentare ciò che è accaduto pochi giorni fa nel sud dell’India. Come riportato da AsiaNews, il vescovo di Cuddapah, Prasad Gallela, la sera del 25 aprile stava tornando da una Messa nel distretto del Kadapa, in Andhra Pradesh. All’improvviso, alcuni uomini hanno fermato l’auto e lo hanno fatto scendere, insieme al suo autista. Dopo averli bendati e portati in un luogo sconosciuto, hanno iniziato a colpirli con violenza e il pestaggio è proseguito tutta la notte, fino alle prime luci dell’alba quando sono stati rilasciati. La notizia è stata resa nota soltanto alcuni giorni dopo, con una nota dell’arcivescovo Thumma Bala di Hyderabad: «È incredibile che tale violenta atrocità sia stata perpetrata contro un alto esponente della comunità di minoranza. Condanno le modalità impietose dell’attacco contro una persona che ha dedicato tutta la sua vita a Dio e al servizio dei bisognosi e degli emarginati». Nella diocesi guidata dal vescovo Gallela vivono 5,8 milioni di persone, tra cui 80mila cattolici. Le 56 parrocchie della zona sono servite da due sacerdoti che celebrano la Messa nella stazione centrale e visitano i villaggi per amministrare i sacramenti. La popolazione vive soprattutto nelle zone rurali in capanne con muri di fango e tetti di bambù e il tasso di povertà è altissimo. Da anni monsignor Gallela è attivo nell’ambito delle adozioni a distanza ed è per questo molto apprezzato e conosciuto anche in Italia. Soltanto qualche settimana, scriveva in una lettera di auguri pasquali e di ringraziamenti per il Centro missionario diocesano di Torino: «Apprezziamo veramente la vostra dedizione e ciò che state facendo per costruire un futuro migliore per i bambini. È soltanto attraverso lo sforzo positivo di persone come voi che si cambia davvero la situazione. Le uniche cose che io e i sacerdoti possiamo fare per ricompensare la vostra attenzione sono il ringraziamento, la riconoscenza e la nostra preghiera». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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