martedì 28 febbraio 2023
La popolare App cinese dovrà essere disinstallata dai tutti i dispositivi governativi. L'ira di Pechino: "Mercato falsato"
Usa, Canada e Ue dichiarano guerra a TikTok

ANSA

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Il giudizio più icastico (e lapidario) lo ha espresso ieri la Cnn: «La situazione peggiora ogni giorno». Dopo i dossier sull’origine del Covid-19, la guerra in Ucraina, l’annosa questione di Taiwan, lo scontro a distanza tra Stati Uniti e Cina si “arricchisce” di un nuovo fronte: quello che passa attraverso l’uso di TikTok, la popolare App cinese utilizzata soprattutto dai giovani. Un “affondo” che -¬ dopo la freddezza con cui è stato accolto il piano di pace di Pechino per Ucraina e gli strali indirizzati contro le presunte vendite di armi a Mosca da parte della Cina - sembra segnalare una polarizzazione sembra più spinta tra “blocchi”: l’Occidente da un lato, Russia e Cina dall’altro. A fare da apripista è stata la Commissione Europea che, nei giorni scorsi, ha disposto che l’App cinese venga disinstallata entro il 15 marzo dai telefonini aziendali del personale della Commissione e da quelli privati con accesso al servizio di telefonia mobile. Nella stessa scia si è mosso il Parlamento Europeo che, ieri, ha bandito l’uso dell’App sui telefoni del suo personale per «motivi di sicurezza».
Quindi l’offensiva di Washington che ha alzato il tiro contro il social network cinese, subito “imitata” peraltro dal Canada. La Casa Bianca ha dato tempo trenta giorni alle agenzie federali per assicurarsi che i propri dipendenti non abbiano l’App di TikTok in nessun dispositivo di proprietà del governo. La direttrice dell’Ufficio per la gestione e il bilancio della Casa Bianca, Shalanda Young, ha indicato che le agenzie dovranno identificare la presenza dell’applicazione, stabilire un processo interno per limitarne l’uso, eliminare le installazioni e revocare l’autorizzazione al loro uso, vietando al contempo il traffico Internet su installazioni informatiche appartenenti alle agenzie. I funzionari Usa hanno espresso in più occasioni il timore che il governo cinese possa esercitare pressioni su ByteDance perché consegni «le informazioni raccolte con l’obiettivo di sfruttarle a fini di intelligence o per fare disinformazione». A sua volta il governo canadese ha fatto sapere che «l’applicazione TikTok verrà rimossa dai dispositivi mobili emessi dal governo. Agli utenti di questi dispositivi verrà inoltre impedito di scaricare l’applicazione in futuro».
Non si trattata di una fiammata improvvisa. TikTok anima da mesi la politica interna americana e lo stop sui dispositivi governativi potrebbe essere solo un primo passo. In Congresso infatti sono stati presentati diversi provvedimenti che puntano a limitare la popolare App cinese che fa capo a ByteDance. Fra questi figura la possibile abolizione delle tutele legali - i cosiddetti emendamenti Berman entrati in vigore alla fine della Guerra Fredda - che hanno finora protetto TikTok dalle sanzioni americane: la misura dovrebbe essere approvata da una commissione della Camera a breve aprendo di fatto la strada a una stretta decisa a livello nazionale. Nel caso in cui il provvedimento fosse approvato dal Congresso - il via libera della Camera è scontato mentre quello in Senato è incerto -, l’amministrazione Biden potrebbe infatti vietare TikTok a livello nazionale se si accertasse il trasferimento volontario e consapevole di dati degli utenti a chiunque lavori per il governo cinese o sotto la sua influenza.
Ferma la replica di Pechino. «Ci opponiamo fermamente a queste azioni sbagliate», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Nin. «Il governo americano dovrebbe rispettare i principi dell’economia di mercato e della libera competizione, smetterla di contrastare le società ed assicurare un contesto aperto, equo e non discriminatorio per le imprese straniere negli Stati uniti», ha aggiunto. «Quanto insicura di sé deve essere la prima superpotenza al mondo, gli Stati Uniti, per arrivare a temere in questa maniera l’App favorita dai giovani», ha concluso.


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