martedì 3 settembre 2019
Il presidente, che segue la situazione dalla Virginia, ha scelto di destinare parte degli aiuti per le emergenze ai rimpatri degli immigrati. Morto un bimbo di 8 anni
L'uragano Dorian spazza le Bahamas (Ansa)

L'uragano Dorian spazza le Bahamas (Ansa)

COMMENTA E CONDIVIDI

Un impatto «catastrofico» sulle Bahamas, dove ha lasciato una «devastazione senza precedenti». L’uragano Dorian, il primo della stagione a toccare terra, ha travolto ieri con la furia di venti fino a 340 chilometri orari, le isole Bahamas, dove ha raso al suolo almeno 13mila case e ucciso un bambino di otto anni, la cui sorellina è dispersa. Ma si teme un bilancio ben più alto per le vittime e i danni, a giudicare dalle immagini che mostrano inondazioni, pali della luce a terra ed edifici ridotti alle fondamenta. Alcuni giornalisti locali parlano di cadaveri nelle strade. «Siamo in guerra e siamo senza armi per difenderci", ha detto il primo ministro del Paese (che è parte del Commonwealth), Hubert Minnis, invitando tutti a non avventurarsi fuori, dove la situazione resta pericolosa. I soccorsi procedono a rilento poiché molte aree sommerse risultano irraggiungibili.

Intanto Dorian, pur avendo perso forza riducendosi a un uragano di categoria 4, punta verso la Florida, che minaccia con venti attorno ai 250 chilometri orari e piogge torrenziali. Nello Stato, dove ieri sera venti e mari si erano alzati in modo minaccioso, cinque porti sono stati chiusi, così come diversi aeroporti. Oltre mille i voli cancellati e le lezioni nelle scuole lungo la costa, dove migliaia di abitazioni, oltre a ospedali e case di riposo, sono state evacuate. Le autorità non voglio correre rischi anche se sperano che la tempesta si mantenga al largo della costa orientale dello Stato, risparmiando la terra ferma, incluso il Kennedy Space Center di Cape Canaveral, dove da giorni 8mila dipendenti della Nasa lavorano senza sosta per la messa in sicurezza delle apparecchiature. Dorian dovrebbe poi fare poi rotta nei prossimi giorni verso la Georgia e North e South Carolina, dove le autorità hanno ordinato l’allontanamento di un milione di persone.

Tutti e quattro gli Stati hanno già dichiarato l’emergenza, approvata dalla Casa Bianca. Quest’ultima, dunque, mette a disposizione il personale e le risorse della Guardia nazionale oltre a fondi federali per gli interventi di salvataggio e la ricostruzione. Ma sulla disponibilità e la quantità degli aiuti abbonda l’incertezza. Il presidente Usa ha deciso di recente, proprio all’inizio della stagione degli uragani, di spostare parte dei fondi della protezione civile e investirli nei rimpatri degli immigrati. La decisione potrebbe costare cara al capo della Casa Bianca che ieri, dopo aver cancellato il viaggio programmato in Polonia, seguiva gli sviluppi meteorologici dal suo campo da golf in Virginia.

La situazione in Florida lo tocca da vicino: oltre a ospitare uno dei suoi resort principali, quello di Mar a Lago, lo Stato è uno dei più importanti per la rielezione alla Casa Bianca l’anno prossimo. E Trump, memore di quanto accaduto ai Bush padre e figlio, che hanno visto la loro reputazione pesantemente danneggiata da una gestione fallimentare degli uragani Andrew in Florida e Katrina a New Orleans, vuole evitare di ripetere gli stessi errori.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: