sabato 12 ottobre 2019
Si fanno più precisi i contorni dell’offensiva turca in Siria. Dopo quattro giorni di operazioni, le forze di Ankara hanno sfondato il fronte curdo
Foto Ansa

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Si fanno più precisi i contorni dell’offensiva turca in Siria. Dopo quattro giorni di operazioni, le forze di Ankara hanno sfondato il fronte curdo, penetrando dai valichi di frontiera di Tell Abyad, a ovest, e Ras al-Ayn, a est, con una manovra di accerchiamento che stringe ormai d’assedio le due città. L’artiglieria a lungo raggio martella i villaggi di confine. Quindici sono ormai in mano turca. Ma l’avanzata è lenta. Più metodica che folgorante, nonostante i preparativi annosi e la sproporzione delle forze in campo. Investe per ora una zona limitata del Kurdistan siriano.

E non potrebbe essere altrimenti. Per completare il disegno turco di conquista anti-curda occorrerebbero almeno due precondizioni: il tempo, più di un anno la stima ottimistica, e una forza d’invasione massiccia, che per ora non si vede. L’area nel mirino è enorme. Si estende dal confine iracheno alla riva orientale dell’Eufrate, sul fronte di Mambij. Parliamo di un territorio corrispondente grosso modo a quello di Lombardia, Veneto e parte del Piemonte sommati. Un anno e mezzo fa, per prendere il triangolo molto più piccolo di Al-Bab, Jarabulus e Azaz, Ankara ha impiegato ben 7 mesi, mobilitando 18mila uomini.

Ora, l’obiettivo immediato dello stato maggiore turco sembra essere quello di tagliare gli assi di comunicazione fra la regione di Afrin e i cantoni di Kobane e Qamishlo, collegati fra loro dalla strada che passa a sud di al-Bab. I curdi sono isolati, ma non sprovveduti. Possono dare molto filo da torcere nelle battaglie urbane, come sta avvenendo a Ras al-Ayn. Durante la campagna contro Daesh, hanno imparato dagli americani le tattiche di fanteria e ricevuto armi, munizioni, equipaggiamenti e veicoli.

Non hanno più il supporto aereo alleato, ma non stanno commettendo l’errore di esporsi al fuoco nemico in campo aperto.
Aspettano in città, con operazioni ritardatrici e imboscate. Sebbene gli americani abbiano lasciato le postazioni di confine, conservano una decina di basi nel Nordest siriano. Una presenza che limita il margine di manovra turco. Almeno per ora.

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