sabato 17 febbraio 2024
È la prima decisione del nuovo comandante Syrskyij. Per Mosca si tratta della vittoria più grande dopo Bakhmut. Zelensky a Monaco: «Chiedetevi perché Putin è in grado di continuare la guerra»
Dopo aver resistito per mesi, l'esercito ucraino ha dovuto ritirarsi alla città di Avdiivka

Dopo aver resistito per mesi, l'esercito ucraino ha dovuto ritirarsi alla città di Avdiivka - Reuters

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Il nuovo capo dell'esercito ucraino Oleksander Syrskyij lo ha confermato: l'esercito ucraino si è ritirato da Avdiivka, la città sul fronte orientale al centro di una feroce offensiva russa. "Sulla base della situazione operativa, per evitare l'accerchiamento e tutelare le vite e la salute dei nostri soldati, ho deciso di ritirare le nostre unità dalla città e di spostarci per difendere posizioni più favorevoli", ha scritto in un secco comunicato il generale scelto lo scorso 8 febbraio per sostituire lo scomodo Valery Zaluzhnyi, nel suo primo atto ufficiale. Una decisione non sorprendente. Da ottobre i soldati ucraini resistevano in condizioni di forte inferiorità numerica: da giorni, però, la difesa della cittadina, situata sul bacino minerario del Donbass, era apparsa quasi impossibile.


Per Mosca, si tratta comunque della vittoria più grande dall'assalto a Bakhmut, nel maggio 2023. Occupata per un breve periodo dai separatisti filorussi nel luglio del 2014, Avdiivka - ormai in macerie ma ancora abitata da novecento civili - era diventata il simbolo di resistenza di Kiev che era riuscita a riprenderne il controllo e a tenerla nonostante la sua vicinanza con la roccaforte ribelle Donetsk. La sua caduta oltretutto avviene a un mese dalle elezioni russe, offrendo nuovo materiale di propaganda a Vladimir Putin. E soprattutto a una settimana esatta dal secondo anniversario dell'invasione russa.


Un momento che Aiuto alla Chiesa che soffre ha voluto ricordare con un incontro virtuale con l'arcivescovo della Chiesa greco-cattolica Sviatolask e il nunzio, Visvaldas Kulbokas. Quest'ultimo ha ricordato in particolare il dramma dei prigionieri, tra cui anche i due sacerdoti di Berdyanksk, Ivan Levytskij e Bohdan Heleta. Mentre l'arcivescovo Sviatolask ha sottolineato l'importanza dell'assistenza umanitaria internazionale e ha ringraziato il cardinale Matteo Zuppi per l'impegno in particolare per il ritorno a casa dei bambini ucraini portati in Russia.

In questo contesto, il presidente Volodymyr Zelensky ha cercato di intensificare la campagna diplomatica in occasione della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Proprio menzionando Andiivka - "Lasciata per salvare vite", ha precisato - ha sottolineato la carenza di armi. "Per favore, non chiedete all'Ucraina quando finirà la guerra; chiedetevi perché Putin è ancora in grado di continuarla", ha tuonato il leader che ha appena firmato nuovi accordi per un aumento degli aiuti militari con il capo del governo tedesco, Olaf Scholz, e il presidente francese, Emmanuel Macron mentre l'assistenza Usa è ancora bloccata dallo scontro in Congresso tra democratici e repubblicani filo-Trump. Proprio riguardo alla posizione del tycoon, Zelensky si è detto "pronto ad accompagnarlo al fronte".


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