martedì 16 agosto 2011
Tripoli appare accerchiata dai ribelli di Bengasi, ma in città non vi sono segni che facciano pensare a una imminente battaglia. L'esercito di Gheddafi ha lanciato un missile scud che avrebbe dovuto centrare un obiettivo a Brega, ma è finito nel deserto.
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Tripoli appare accerchiata dai ribelli di Bengasi, ma in città non vi sono segni che facciano pensare a una imminente battaglia per la sua conquista. L'esercito di Muammar Gheddafi - impegnato nei combattimenti a Zawiyah (l'unico centro petrolifero a ovest, a 50 km dalla capitale libica) e reduce dalla sconfitta subita nei combattmenti per il controllo di Garyan, 80 chilometri a nord, Sorman e Tiji - è riuscito nelle ultime ore a dare un segno di vitalità lanciando un missile scud che avrebbe dovuto centrare un obiettivo a Brega, perduta nei giorni scorsi, e che invece è finito nel deserto. Nell'arsenale del regime vi sono, scrive la BBC, oltre 200 Scud, ma non è chiaro se l'esercito sia nelle condizioni logistiche di lanciarli.La manovra a tenaglia dei ribelli ha segnato un'accelerazione degli avvenimenti e una rottura dello stallo sul piano militare. Nella capitale libica, secondo la Reuters, la vita procede secondo ritmi ordinari e pochi sono i segni di apprensione per quello che potrebbe verificarsi nelle prossime ore. La famiglie hanno festeggiato la fine di una giornata di digiuno, imposto dal mese di Ramadan, e, almeno per ora, nessuno pensa a fuggire dalla città. Il rais si è fatto sentire con un messaggio radiotelevisivo, difficile da comprendere perchè era la trasmissione era disturbata, tanto che anche i funzionari del governo in ascolto hanno dovuto faticare non poco per rimettere insieme la parole di Gheddafi e offrirle ai giornalisti. Le poche frasi comprese erano queste: "La fine del colonialismo è vicina. La fine dei topi è vicina; essi fuggono di casa in casa".
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