venerdì 24 gennaio 2014
Incontri separati, dopo che le delegazioni di opposizione e governo si sono rifiutate di sedersi l'una davanti all'altra. Il ministro degli Esteri: entro domani lavori seri o lasceremo i colloqui. Teheran: via tutti i combattenti stranieri.
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Situazione di stallo ai colloqui di pace per la Siria, con l'opposizione che si rifiuta di incontrare la delegazione del governo di Bashar al-Assad se il presidente siriano non firmerà prima il protocollo di "Ginevra 1", che prevede un governo di transizione. Sul fronte opposto, il ministro degli Esteri siriano Walid al-Moualem ha detto al mediatore Onu Lakhdar Brahimi che se entro domani non si terrà una sessione di lavoro seria, la delegazione lascerà i colloqui.Al-Moualem ha parlato al termine dell'incontro a porte chiuse con Brahimi organizzato dopo che opposizione e governo siriano si sono rifiutate di sedersi l'uno davanti all'altra, come inizialmente previsto. Dopo l'incontro di Brahimi con la delegazione del governo siriano, oggi sarà il turno degli esponenti dell'opposizione. Al momento sembra improbabile qualuque altro incontro diretto tra le due parti.L'opposizione sostiene di essere giunta a Ginevra per discutere una transizione che prevede la caduta di Assad. Mentre il governo dice di partecipare alla conferenza solo per discutere di come combattere il terrorismo - il termine che utilizza per definire i nemici - aggiungendo che nessuno può costringere Assad ad andarsene. I delegati dell'opposizione hanno deciso che non incontreranno la delegazione del governo se prima non approverà i risultati cui si è giunti dopo la conferenza di "Ginevra 1" nel 2012.Dal World Economic Forum di Davos è intervenuto il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif: "Tutti i combattenti stranieri devono lasciare la Siria, perché non c'è una soluzione militare al conflitto". Alla domanda se intendesse anche le milizie di Hezbollah, alleate di Teheran e pro-Assad, ha replicato: "Tutti i combattenti".
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