giovedì 19 gennaio 2012
Rapito anche un tedesco. Si tratta di operatori umanitari. Il fatto è avvenuto a Multan, nella provincia centro-occidentale del Punjab.​ I due lavorano con una Ong tedesca che aiuta le popolazioni colpite dalle inondazioni nel sud della provincia.
COMMENTA E CONDIVIDI

​Un cittadino italiano e un tedesco sono stati sequestrati giovedì in Pakistan. Secondo testimoni, il rapimento è avvenuto negli uffici-residenza della Ong tedesca Welt Hunger Hilfe (Azione agraria tedesca) a Qasim Bela, nel distretto di Multan della provincia pachistana di Khyber Pakhtunkhwa. L'italiano si chiama Giovanni, 38 anni, e il tedesco Bernd, 45 anni. Entrambi sono impegnati nel soccorso alle popolazioni colpite dalle alluvioni lo scorso anno nella provincia centrale pachistana di Punjab. Testimoni oculari hanno riferito che quattro uomini mascherati sono entrati negli uffici della ong e hanno portato via i due cooperanti con un'automobile verso una destinazione sconosciuta puntando loro una pistola e costringendoli ad indossare un vestito tradizionale pachistano (Shalwar Kameez).Secondo alcune fonti, l'italiano era arrivato oggi a Multan e con il collega tedesco si erano recati a Kot Addu per verificare lo sviluppo di un progetto di sostegno agli alluvionati della zona finanziato dalla ong tedesca.

Nell'agosto scorso a Lahore, capoluogo del Punjab, sono stati rapiti il cittadino americano Warren Weinstein e il pachistano Shahbaz Taseer, figlio del governatore del Punjab Salman Taseer, che secondo fonti concordanti sarebbero nelle mani dei talebani.

L'Unità di Crisi del Ministero degli Esteri ha immediatamente attivato tutti i canali utili per seguire da vicino la vicenda e promuoverne la positiva soluzione. Il ministro Giulio Terzi - si apprende dalla Farnesina - hachiesto di essere costantemente informato sugli sviluppi del caso, mentre il Ministero mantiene un continuo contatto con la famiglia del rapito. Analogamente alla condotta tenuta in passato per analoghi casi,scrive la Farnesina, "ci si atterrà ad una linea di riserbo, per la quale ci si appella alla collaborazione degli organi di informazione allo scopo di non compromettere gli sforzi per giungere alla liberazione del nostro connazionale".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: