martedì 23 marzo 2010
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Cambieranno tante cose. Ma non da subito. La riforma della sanità approvata dalla Camera dei deputati e che sarà entro la fine della settimana completata con l’approvazione del pacchetto di emendamenti (disseminati in un testo di 153 pagine) dal Senato, segna un punto di svolta per gli Stati Uniti. Ma la “rivoluzione” (ben più timida di quella prospettata mesi fa) non avverrà nel tempo di una notte. E nemmeno nel giro di pochi mesi. Soprattutto non sarà un cambiamento radicale per tutti. Per chi già ha un piano assicurativo tramite il proprio datore di lavoro ci saranno cambiamenti minimi. Per i 32 milioni di non assicurati il cambiamento invece sarà epocale: entreranno a far parte anche loro del mercato, corretto ovviamente con più controlli statali e federali più rigidi. L’intero impianto entrerà a regime non prima del 2018 quando gli imprenditori che offrono ai loro dipendenti polizze onerose pagheranno sui costi in eccesso una tassa del 40%. Nel 2020 invece la maggior parte degli assicurati iscritti al programma pubblico Medicare non pagherà più del 25% del costo dei medicinali. Sono solo due esempi a testimonianza del fatto che la riforma dell’health care entrerà a pieno regime in un decennio. Fra il 2013 e il 2014 (dopo le elezioni presidenziali notavano alcuni commentatori poco entusiasti del documento di Obama) però saranno introdotti i meccanismi chiave. Alcune norme saranno realtà entro sei mesi dalla firma del presidente. Entro al fine del 2010 sarà fatto divieto alle compagnie assicurative di porre limiti alla copertura sanitaria delle persone con malattie croniche. Ai bambini ammalati inoltre non potrà essere negata la polizza. I giovani potranno restare legati alla polizza assicurativa del capofamiglia fino al compimento del 26esimo anno e non più fino ai 18-19 anni (variabile che dipende dalle leggi statali). Entro tre mesi invece dalla ratifica della legge, le persone che sono state escluse da una copertura assicurativa a causa di condizioni precarie di salute preesistenti potranno ricevere sussidi per l’acquisto di una polizza ad hoc, definita di «altro rischio». Queste speciali norme transitorie diventeranno permanenti nel 2014. A quel punto le assicurazioni non potranno rifiutarsi di vendere le proprie polizze ai cittadini malati, né caricare costi esorbitanti per questi pazienti o rescindere polizze in caso di sopravvenuta malattia. Sempre a partire dal 2014 gli imprenditori che non offrono un’assicurazione dovranno pagare una sanzione e il Medicaid verrà ampliato per includere gratuitamente ogni individuo che guadagni meno di 14.404 dollari l’anno e ogni famiglia di quattro persone con un introito pari a 29.326 dollari. Secondo le stime attuali questa misura consentirà a 16 milioni di cittadini Usa di avere una copertura. Altra data importante è il 2013: in quell’anno le famiglie con un reddito superiore ai 250mila dollari pagheranno un’addizionale del 3,8% sul reddito da investimenti (capital gain, dividendi, fondi pensione). C’è poi il capitolo sgravi fiscali. Ne beneficeranno le famiglie della middle class che guadagnano fino a 88.200 dollari. Per i redditi inferiori (a 33mila dollari) il costo della sanità sarà quasi interamente coperto dai sussidi.
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