sabato 26 febbraio 2022
Londra segue Bruxelles e Washington, che vieta anche l’ingresso. Orbán guida il fronte dell’accoglienza e per la prima volta abbatte il muro agli immigrati. Il Cremlino minaccia Svezia e Finlandia
Putin-Lavrov, Ue e Usa bloccano i beni. Russia sospesa dal Consiglio d'Europa

Reuters

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Anche il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli Esteri Sergeij Lavrov entrano nelle sanzioni dell’Ue. Poche ore dopo la chiusura del Consiglio Europeo straordinario sulla crisi ucraina che ha varato un massiccio pacchetto di sanzioni, ieri i ministri degli Esteri dell’Ue sono arrivati a questa decisione tutt’altro che scontata.

I due saranno colpiti con il congelamento dei beni nell’Ue, non però dal divieto d’ingresso nell’Unione. «Sottolineo – ha detto l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell – che gli unici altri leader sanzionati sono il siriano Assad e il bielorusso Lukashenko». Una misura analoga è arrivata anche da Londra, da Washington e dal Canada, mentre Mosca sottolineava che né Putin né Lavrov hanno conti all’estero. Biden ha imposto anche il divieto di ingresso negli Usa per entrambi. Per il resto, la leva più pesante resta quella finanziaria, con il divieto di operare nell’Ue per 7 banche e di raccogliere capitali per istituti di credito, società russe e titoli di Stato. «La Russia – ha dichiarato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen – non avrà più accesso ai mercati finanziari più importanti, prendiamo in considerazione il 70% del mercato russo». Cresce però la polemica per la mancata esclusione delle banche russe da Swift, il sistema di interscambio per i pagamenti transfrontalieri.

Questo soprattutto per le obiezioni di Italia e Germania, le più dipendenti dal gas russo, preoccupate che si blocchino le forniture per l’impossibilità di effettuare i pagamenti. La pressione è forte, a chiedere con insistenza questa misura è la stessa Ucraina, ma anche Paesi dell’Est, Olanda, Francia.

La Germania ha aperto dicendo che la questione «è sul tavolo». Per il resto le sanzioni includono anche divieti all’export di alta tecnologia Ue per raffinerie e settori mi-litari, aziende statali di trasporto. Polemiche anche per l’esclusione dalle sanzioni di petrolio greggio e gas, le principali fonti di incasso della Russia. Altro comunque potrebbe arrivare in un terzo pacchetto di misure. Intanto il Consiglio d’Europa (organizzazione del tutto distinta dall’Ue e di cui fa parte anche la Russia) ha sospeso Mosca dalla membership. Monta inoltre il problema del crescente flusso di profughi ucraini verso gli Stati Ue confinanti (Romania, Ungheria, Slovacchia, Polonia). Alla questione è dedicato un consiglio straordinario dei ministri dell’Interno domenica a Bruxelles. Tra gli obiettivi un piano di ridistribuzione dei profughi tra gli Stati membri, ironicamente appoggiato dagli Stati dell’Est (gruppo di Visegrad) che si opposero contro un analogo piano per aiutare Italia e Grecia. «Siamo pronti ad accogliere i profughi » ha detto il premier ungherese Viktor Orbán, finora il più duro contro i migranti. Ieri c’è stato anche un videovertice dei leader Nato.

Accolta la richiesta delle repubbliche baltiche e altri Stati dell’Est di una discussione nel quadro dell’articolo 4 del Patto Atlantico per gravi minacce a uno Stato membro. Resta il timore che Putin possa non fermarsi all’Ucraina. Il segretario generale Jens Stoltenberg ha annunciato che, per la prima volta, «stiamo dispiegando elementi di unità della Nato Response Force (una forza di reazione rapida che conta in totale di 40.000 uomini ndr) in terra, in mare e in aria, per rafforzare la nostra posizione e rispondere velocemente».

La Nato sta rafforzando il fianco Est con l’invio di migliaia di militari nei Paesi a ridosso dell’Ucraina, 120 navi pattugliano i mari e 100 jet i cieli. Presenti al vertice anche i neutrali Svezia e Finlandia. Elemento che ha irritato Mosca. Una portavoce del ministero degli Esteri russo ha detto che ci saranno «gravi conseguenze militari e politiche» qualora Stoccolma o Helsinki decidessero di entrare nella Nato. Intanto il Fondo Monetario Internazionale fa sapere che sta valutando le richieste di aiuto da parte dell’Ucraina: «Il Fmi ha numerosi strumenti e continuiamo a discutere con le autorità come meglio assistere ».

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