giovedì 23 gennaio 2020
Minacce reali e fobie collettive: ecco che cosa la storia insegna sulle grandi epidemie mondiali
Virologi all'interno dell'Ospedale centrale di Wuhan in Cina

Virologi all'interno dell'Ospedale centrale di Wuhan in Cina - Reuters

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Paure, fobie spesso immotivate e reali catastrofi. Per comprendere fino in fondo l'entità della minaccia cinese, per ora definita "moderata" dagli esperti internazionali, vanno comprese invece le portate che hanno avuto le grandi epidemie dal Novecento ad oggi.

La grande pandemia

La pandemie più grande, che inaugura il "secolo breve" in concomitanza con la Prima Guerra Mondiale, è naturalmente la "Spagnola", capace di contagiare qualcosa come mezzo miliardo di persone nel mondo uccidendone decine di milioni, almeno 25 (anche se alcune stime parlano addirittura di 50-100 milioni di morti). Definita "la più grande pandemia della storia dell'umanità", identificata per la prima volta in Kansas nel 1918 ma scoppiata a livello mediatico dopo le notizie allarmanti di contagi dalla Spagna (da cui il nome), la Spagnola era causata da un ceppo virale H1N1, e in un'Europa in ginocchio dopo 4 sanguinosi anni di guerra imperversò uccidendo nei primi 6 mesi un milione di persone a settimana ed eliminando dal 3 al 6% della popolazione mondiale.

L'influenza asiatica

Nel 1957 torna il terrore del contagio con la cosiddetta 'Influenza Asiatica', un virus A H2N2 isolato per la prima volta in Cina, capace di fare due milioni di morti. Fortunatamente viene messo a punto un vaccino in tempi record, frenando e poi spegnendo la pandemia, dichiarata conclusa nel 1960.

Quando il terrore viene dall'Est

È sempre l'Asia la culla delle nuove pandemie: zone densamente popolate, igiene non sempre appropriata, scarso livello (almeno fino alla fine del secolo scorso) delle strutture sanitarie. Non a caso nel 1968 è la volta dell'Influenza di Hong Kong, un tipo di influenza aviaria, abbastanza simile all'Asiatica, che in due anni uccise dalle 750 mila ai 2 milioni di persone, in base alle stime, di cui 34 mila nei soli Stati Uniti.

La Sars

Nel nuovo secolo la paura arriva sempre da oriente: nel 2003 scoppia l'allarme per la Sars, sigla che sta per "sindrome acuta respiratoria grave" (o "severa"), una forma atipica di polmonite apparsa per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia del Guangdong (Canton) in Cina. In un anno uccise 800 persone, tra cui il medico italiano Carlo Urbani, il primo a identificare il virus che lo ha poi ucciso.

L'influenza suina

Infine, risale al 2009 quella che fu chiamata impropriamente 'Influenza suina', causata da un virus A H1N1, e che ha provocato enorme allarme anche in Italia (oltre un milione e mezzo le persone contagiate), allarme poi rientrato quando fu chiaro che il tasso di mortalità era inferiore anche a quello della normale influenza.

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