sabato 5 novembre 2011
​I coniugi sequestrati e percossi: nel mirino il padre «blasfemo». La «trappola» degli integralisti del Punjab sventata dall’intervento della polizia. Ma c’è chi sottolinea il disinteresse dei politici musulmani della Pakistan Muslim League-N, partito di governo nella provincia.
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​Caduti in trappola, sequestrati per costringere un congiunto a consegnarsi agli integralisti che lo hanno condannato a morte. Il rapimento di una giovane coppia di coniugi cristiani pachistani è finita con l’intervento della polizia, che li ha liberti. Un colpo di fortuna, ma anche una soluzione positiva propiziata dall’intervento di una Ong che difende i casi di esponenti delle minoranze a rischio della vita per la loro fede.Shahzad Masih, 23 anni, e sua moglie Rukhsana Bibi, 20 anni erano stati sequestrati il 26 ottobre scorso nel loro villaggio nei pressi di Sheikhpura, nella provincia del Punjab. Scopo del sequestro, scovare per ucciderlo Amanat Masih, padre di Shahzad. L’uomo era stato accusato di blasfemia e per questo – come comunica l’Agenzia Fides – arrestato nel 2007. Condannato in prima istanza, era stato giudicato innocente dal tribunale d’appello che aveva accertato la falsità delle accuse e ne aveva ordinato il rilascio.A compiere l’azione criminosa dei giorni scorsi un gruppo di integralisti islamici, guidati da un imam locale. I giovani coniugi sono stati minacciati, percossi e costretti a recitare le preghiere islamiche in attesa che Amanat Masih lasciasse il luogo dove si nasconde dalla sua liberazione e si consegnasse.Una situazione estrema che – ha denunciato a Fides l’Ong World Vision in Progress – è avvenuta nel disinteresse se non con la copertura dei politici musulmani della Pakistan Muslim League-N, partito di governo nella provincia del Punjab. Nessuno è infatti intervenuto quando si è diffusa la notizia della vicenda, nemmeno quando gli altoparlanti della moschea di Farooqabad, villaggio dove vivono Shahzad Masih e Rukhsana Bibi, hanno annunciato l’abiura della fede cristiana e l’adesione all’islam della coppia.La trappola era pronta per adescare Amanat e compiere l’ennesimo omicidio extragiudiziale di un cristiano ritenuto “blasfemo”. Solo il pronto intervento presso le autorità di polizia da parte di World Vision in Progress, che già offriva protezione ad Amanat, ha sventato la trappola ha permesso – in uno dei rari casi conclusosi con successo – la liberazione della coppia dei due giovani.La stessa organizzazione aveva denunciato recentemente nuovi casi di conversione forzata all’islam di donne cristiane, 24 negli ultimi tre mesi, e sottolineato come il 96 per cento delle denunce di blasfemia nel Punjab riguardino appartenenti alle minoranze e che in quella che è la più popolosa provincia del Paese, la maggior parte degli abusi, delle violenze e delle esecuzioni extragiudiziarie compiute da estremisti religiosi restano impuniti.
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