giovedì 17 gennaio 2013
«Proteggere i bimbi non deve dividerci». Ma le lobby: sarà la battaglia del secolo.
L'incerta buona battaglia di Vittorio E. Parsi
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​La guerra sulle armi è iniziata. Non appena Barack Obama ha presentato una serie di misure per contenere la violenza da armi da fuoco (che anche ieri ha mietuto due vittime in una sparatoria vicino a un’università), la lobby dei possessori e produttori di pistole e fucili ha promesso «la battaglia del secolo». Il piano del presidente degli Stati Uniti è il più ampio proposto da quasi vent’anni per ridurre la diffusioni di armi e le morti da queste provocate nel Paese. Il pacchetto, che la Casa Bianca farà approdare in Congresso in settimana, prevede controlli preliminari della fedina penale di tutti coloro che compreranno un’arma e il ritorno al bando delle armi da assalto (la versione civile dei mitra usati dai militari) che era in vigore fino al 2004. Obama propone anche il divieto delle vendite di caricatori ad alta capacità, limitando a dieci il numero di proiettili per ogni caricatore. Il piano comprende inoltre regole più restrittive sul traffico di armi.«Abbiamo davanti una sfida complicata. Proteggere i nostri bambini non dovrebbe dividerci», ha detto Obama, spiegando che le misure vogliono impedire «che si possa ripetere» una nuova strage come quella del 14 dicembre nella scuola elementare di Newtown in cui vennero massacrati 20 bambini e sei adulti. Oltre a nuove leggi, Obama ha firmato 23 decreti presidenziali (executive orders), ordini esecutivi immediatamente efficaci su altrettante iniziative che non richiedono l’approvazione di una legge da parte del Congresso. «Abbiamo l’obbligo morale di agire e prevenire stragi come quella di Newtown», gli ha fatto eco il vicepresidente americano, Joe Biden, che nell’ultimo mese ha guidato la commissione governativa incaricata di stilare le proposte. La resistenza della National Rifle Association, l’associazione che riunisce chi fa, chi vende e chi compra armi negli Usa, lascia però prevedere che il passaggio al Congresso delle nuove regole non sarà facile. «Obama non vuole proteggere i bambini o fermare i crimini ma vietare le vostre armi», hanno scritto ieri i vertici della Nra in una lettera agli iscritti. Il giorno prima avevano mandato in onda uno spot in cui il presidente viene definito ipocrita nel respingere la proposta della Nra di guardie armate nelle scuole, «mentre le sue figlie sono sotto la tutela del Secret Service».Per questo Obama, dopo aver definito «ripugnante e vile» l’attacco alle sue figlie, si è appellato direttamente ai suoi concittadini. «Gli americani chiedano al Congresso di agire e se non lo fa esigano ragioni», ha esortato, ribadendo che le iniziative da lui caldeggiate sono solo «una cosa di buon senso». Obama aveva iniziato il suo discorso salutando i genitori dei piccoli alunni uccisi a Newtown, che hanno partecipato alla cerimonia, e leggendo le letterine di alcuni bambini (anche loro invitati alla cerimonia) che gli hanno scritto all’indomani della strage, implorandolo di togliere pistole e fucili dalle strade americane.Proprio ieri, ad esempio, due passanti sono morti quando un giovane di 21 anni ha aperto il fuoco nel parcheggio di un college del Kentucky. Le vittime sono un uomo di 50 anni e sua moglie mentre è rimasta ferita una teenager. E il giorno prima un altro giovane aveva sparato in una business school a St. Louis in Missouri, nel centro della città, ferendo almeno due persone. Il sospetto è uno studente dello stesso istituto.L’ultima legge federale sulle armi negli Usa risale al 1994, quando Bill Clinton impose il divieto di produzione di nuove armi semiautomatiche, dettagliando ben 19 diversi modelli. Inoltre venivano vietata la produzione e vendita di caricatori con più di 10 proiettili . Il bando aveva però 10 anni di vita, e nel 2004 il repubblicano George Bush non lo rinnovò. L’anno prima la Nra aveva incassato un emendamento che vieta alle forze dell’ordine di rendere noto dove un criminale ha acquistato le armi.
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