venerdì 11 ottobre 2013
​L'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, che sta sorvegliando il processo di distruzione dell'arsenale siriano, si è aggiudicata il riconoscimento. Ignorata la candidatura di Lampedusa. Sfumata anche l'ipotesi Malala.
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"Per 15 anni abbiamo fatto il nostro dovere contribuendo alla pace del mondo. Le ultime settimane hanno dato ulteriore impulso alla nostra missione. Accetto con umiltà il premio Nobel per la Pace e con voi mi impegno a continuare a lavorare con immutata determinazione".Così il direttore generale dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), il turco Ahmet Uzumcu, si è rivolto ai rappresentanti dei 41 membri dell'esecutivo, di cui l'Italia ha la vicepresidenza, che era in riunione quando è giunta la notizia del Nobel per la Pace. L'assegnazione del riconoscimento, ha spiegato il presidente del Comitato per il Nobel, "è un messaggio ai Paesi che non hanno ratificato il Trattato di bando delle armi chimiche" e un invito "a firmare".I soldi del premio Nobel per la pace, 8 milioni di corone, pari a poco più di 900mila euro, potranno essere utilizzati a sostegno degli sforzi per eliminare le armi chimiche nel mondo; lo ha confermato lo stesso Uzumcu. "Li useremo per gli obiettivi della Convenzione sulle armi chimiche - ha assicurato - e per l'eliminazione delle armi chimiche in tutto il mondo".L'Opac è un'organizzazione internazionale con sede a L'Aia fondata nel 1997 per dare attuazione al Trattato di interdizione all'uso delle armi chimiche firmato nel 1993. Gli Stati membri sono 189. Scopo dell'organizzazione è prevenire l'uso in guerra delle armi chimiche. Attualmente l'Opac è attiva in Siria per sorvegliare il processo di distruzione dell'arsenale chimico da parte del regime.Il Nobel per la Pace, che verrà consegnato il 10 dicembre, nell'anniversario della morte di Alfred Nobel, consiste in una medaglia, un diploma e un assegno da circa 910.00 euro. La televisione norvegese, anche quest'anno, ha dato l'annuncio un'ora prima del comunicato ufficiale. Nel 2012 il Nobel per la Pace era stato assegnato all'Unione Europea. È dunque sfumata l'ipotesi fino a ieri più accreditata dai media internazionali, l'assegnazione del premio alla pakistana Malala, la ragazzina che in nome del diritto all'istruzione sfidò i taleban. Ignorata anche la candidatura degli abitanti di Lampedusa, in prima fila nel soccorso ai migranti.
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