martedì 26 dicembre 2023
Tra sabato sera e lunedì in diversi villaggi nel martoriato Stato di Plateau, zona nella zona centrale del Paese, gruppi "ben addestrati di criminali", hanno colpito indiscriminatamente i civili
Rafforzata la sorveglianza da parte della polizia anche nella capitale nigeriana Abuja

Rafforzata la sorveglianza da parte della polizia anche nella capitale nigeriana Abuja - Reuter

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Sono almeno 160 le vittime in attacchi da parte di gruppi armati tra sabato sera e lunedì in diversi villaggi nello Stato di Plateau, nella Nigeria centrale: lo hanno annunciato le autorità locali. "Le ostilità iniziate sabato sono continuate lunedì mattina", ha riferito Monday Kassah, presidente del consiglio governativo di Bokkos, una circoscrizione elettorale situata in questa regione che è afflitta da tensioni religiose ed etniche da diversi anni tra le tribù erranti di allevatori Fulani in prevalenza musulmane e quelle stanziali di agricoltori prettamente cristiano-animiste. "Sono stati ritrovati almeno 113 corpi", ha aggiunto, mentre il bilancio comunicato domenica sera dall'esercito era di 16 morti. E "più di 300 persone" sono rimaste ferite e trasferite negli ospedali di Bokkos, Jos e Barkin Ladi, ha detto ancora Kassah. Gruppi armati, localmente descritti come "banditi", hanno attaccato "non meno di 20 villaggi" tra sabato sera e lunedì mattina, ha aggiunto, sottolineando che "gli attacchi sono stati ben coordinati". Nonostante la polizia avesse rafforzato la sorveglianza in molte regioni settentrionali, centrali e della capitale Abuja, i gruppi armati hanno agito indiscriminatamentre.

Oltre a questi 113 morti nella circoscrizione elettorale di Bokkos, ci sono "almeno 50 persone uccise" in quattro villaggi della vicina circoscrizione elettorale di Barkin Ladi, secondo Dickson Chollom, membro dell'assemblea locale. "Non soccomberemo ai metodi di questi mercanti di morte, siamo uniti nel nostro desiderio di pace e giustizia", ha assicurato Kassah. Domenica, il governatore dello Stato di Plateau, Caleb Mutfwang, ha descritto le azioni armate come "barbare, brutali e ingiustificate". "Il governo adotterà misure proattive per frenare gli attacchi in corso contro cittadini innocenti", ha affermato Gyang Bere, portavoce del governatore.

Secondo una fonte locale, nel tardo pomeriggio di domenica si sarebbero uditi ancora colpi di pistola. Amnesty International ha scritto su X che "le autorità nigeriane hanno sempre fallito nei loro tentativi di porre fine a questi attacchi nello Stato di Plateau". Le popolazioni delle regioni nord-occidentali e centrali della Nigeria vivono nel terrore degli attacchi di gruppi jihadisti e bande criminali che saccheggiano villaggi e uccidono o rapiscono i loro abitanti.

La Nigeria è scenario di violenze anticristiane da anni e occupa il 6° posto della graduatoria della Ong Porte Aperte(Open doors, la mappa della persecuzione dei cristiani nel mondo. Solo l’anno scorso 5.014 cristiani sono stati uccisi in quanto cristiani, e ben oltre le 20.000 negli ultimi 5 anni (sono numeri conservativi). “Il rapimento e lo stupro di donne cristiane è stato usato come arma tanto dai terroristi di Boko Haram come da questi allevatori islamici Fulani per devastare le vittime, le loro famiglie e le loro comunità. Non bastano gli attacchi, le uccisioni, i rapimenti, ma anche l’abuso sessuale è usato in una strategia chiara per debellare la presenza cristiana dall’intera area. Lo stato nigeriano palesemente non è in grado di arginare tutto questo, lasciando spesso impuniti molti degli autori, proponendosi come un notaio di questa dinamica di estirpazione delle comunità cristiane”, afferma Cristian Nani, direttore di Porte Aperte/Open Doors in Italia.


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