giovedì 5 novembre 2015
Stop nello Stato-chiave delle presidenziali. Ma in Messico i giudici aprono al consumo.
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L’Ohio ha detto «no» alla legalizzazione della marijuana per scopo ricreativo in uno dei referendum presentati martedì ai cittadini Usa e, come ha sottolineato il governatore John Kasich – aspirante alla candidatura repubblicana per le presidenziali del 2016 – «mentre molte famiglie sono lacerate dall’abuso di droga, gli abitanti dell’Ohio hanno scelto la via che aiuta a rafforzare le famiglie e le comunità ». Il segnale inviato da uno dei più popolosi Stati americani è stato chiaro. Quasi due terzi dei votanti (oltre il 65%) hanno respinto la proposta, nota come “Issue 3”, che avrebbe emendato la Costituzione statale e permesso ai cittadini sopra i 21 anni d’età di acquistare, utilizzare e persino coltivare fino a 28 grammi di cannabis per uso personale. Il no, poi, è stato unanime, sia nelle aree rurali che in quelle urbane, e in tutte le contee, comprese quelle con un elevata popolazione di studenti universitari. Un risultato interessante: l’Ohio sarebbe stato il primo Stato del Midwest a legalizzare la marijuana a scopo ricreativo, invece è diventato il primo a bocciarla dopo le approvazioni in Colorado, Washington, Oregon, Alaska e Distretto di Columbia. Secondo gli analisti, tra le ragioni che hanno portato al risultato negativo del referendum c’è anche il balzo dalla totale proibizione alla legalizzazione per uso ricreativo. L’accesso alla marijuana per uso medico – approvato in due dozzine di Stati americani – era infatti già permesso in Colorado, Washington, Alaska, Oregon e a Washington DC prima del sì all’uso ricreativo. Una questione spinosa, visto che i legislatori dello Stato in questione hanno rifiutato di prendere in considerazione tale proposta per 18 anni. Gli elettori dell’Ohio avrebbero poi reagito negativamente anche al fatto che la legalizzazione avrebbe creato un «monopolio economico» con diritti esclusivi di distribuzione della marijuana a un pugno di investitori locali. Questo voto in Ohio potrebbe avere un forte impatto sul dibattito nazionale in merito alla legalizzazione della cannabis, proprio mentre sette Stati americani si accingono a votare la questione nell’anno a venire. L’Ohio è infatti considerato un indicatore politico delle elezioni, visto che in genere il candidato che vince in questo Stato finisce col conquistare la presidenza. Un rifiuto così deciso alla marijuana per scopo ricreativo, oltre a “suggerire” ai potenziali candidati alla Casa Bianca la posizione da mantenere sulla questione, potrebbe indicare un raffreddamento del movimento che spinge per la legalizzazione della cannabis nel Paese. In effetti, sebbene la maggioranza degli americani si dica a favore dell’uso legale delle droghe leggere, si tratta di una maggioranza ferma al 55%. Spesso, nei dibattiti, la liberalizzazione di piccole dosi di “erba” viene fatta passare come una possibilità per ridurre la criminalità legata al mercato illegale. Sembra quindi ironico che il Messico – Paese da cui proviene quasi tutta la marijuana degli Stati Uniti, e dove i cartelli della droga si sono resi responsabili di oltre 120mila morti dal 2006 – stia prendendo in considerazione la legalizzazione. Proprio ieri sera, la Corte Suprema del Paese ha dato ragione a un’organizzazione pro-legalizzazione su un caso di costituzionalità della messa al bando del consumo e coltivazione della marijuana ricreativa per uso privato, aprendo la porta alla liberalizzazione nell’intero Paese. 
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