martedì 4 gennaio 2011
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Qualcosa si muove: seriamente e soprattutto diplomaticamente. Il premier italiano dopo la strage di Alessandria è durissimo, dunque il prossimo "snodo" fondamentale sarà fra alcune settimane a Luxor, dove ieri proprio Silvio Berlusconi e il presidente egiziano Hosni Mubarak si sono dati appuntamento, per il Vertice bilaterale italo-egiziano. Un incontro che seguirà di poco la richiesta che il capo della Farnesina, Franco Frattini, avanzerà all’Unione europea fra un mese: «Chiederò una discussione politica il 30 e il 31 gennaio ai ministri degli Esteri dell’Ue», perché «si deve pensare ad aiuti in cambio di diritti ai Paesi che collaborano», mentre gli aiuti stessi invece «vanno diminuiti, se non eliminati» a chi non collabora nel proteggere i cristiani e nel prevenire le stragi.Berlusconi: «Inaccettabile». Ha diffuso una nota, il premier: «L’immagine del volto di Cristo imbrattato di sangue innocente sulla parete della chiesa copta di Alessandria non può lasciare indifferente chi ha responsabilità di governo». Così l’esecutivo italiano «intende proseguire con la massima determinazione l’azione per difendere la libertà religiosa di tutte le fedi e in particolare delle comunità cristiane, in qualunque parte del mondo». E «ognuno deve fare la sua parte».La telefonata. Aveva sentito poco prima Mubarak. Berlusconi l’aveva chiamato per dirgli del «profondo cordoglio per le vittime del sanguinoso attentato terroristico di Alessandria». I due avevano sottolineato – non a caso – «le fortissime relazioni» esistenti fra Italia ed Egitto, lasciandosi infine con quell’appuntamento per febbraio a Luxor.«È tempo di fatti». Franco Frattini, dopo il massacro dei cristiani copti nella notte di Capodanno, garantisce di voler rompere gli indugi: «Occorre cominciare finalmente a muoversi», ha detto ieri. E di «passare dal monitoraggio all’azione». Anche perché «l’Italia non può essere sola e isolata in questa grande battaglia nel mondo affinché i diritti dei cristiani siano rispettati». L’obiettivo di Frattini è chiamare a raccolta l’Ue: «Come Europa – continua – bisogna lavorare con quei governi che collaborano e incoraggiarli nella difesa delle comunità cristiane». Al contrario, sui governanti che non collaborano, anzi «che talvolta tollerano», l’Italia ha già fatto «pressioni diplomatiche». E su questo farà ora appello ai colleghi europei, per la strategia "aiuti in cambio di diritti".La Germania: «Attacco orribile». Al colpo battuto dal capo della diplomazia italiana sembra rispondere subito la Germania. La cancelliera Angela Merkel sempre ieri ha condannato l’attentato alla chiesa copta di Alessandria d’Egitto: «Ho appreso la notizia di questo orribile attacco con orrore e paura», ha scritto in un telegramma al presidente Mubarak. E ancora: «Il governo federale condanna nel modo più fermo questo barbaro atto di terrore che è costato la vita a cristiani e musulmani», aggiunge la Merkel, esortando quindi il presidente egiziano a fare in modo che attacchi simili non si ripetano.
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