giovedì 14 aprile 2011
Gli aerei della Nato hanno iniziato raid aerei su Tripoli. Lo ha reso noto il canale televisivo Al-Libiya riportando anche "vittime civili". Testimoni oculari hanno sentito quattro esplosioni e hanno visto fumo nella parte a sudest della città. Una di queste esplosioni è stata registrata proprio vicino al bunker di Gheddafi di Bab al-Aziza.
COMMENTA E CONDIVIDI
Gli aerei della Nato hanno iniziato raid aerei su Tripoli. Lo ha reso noto il canale televisivo Al-Libiya riportando anche "vittime civili". Testimoni oculari hanno sentito quattro esplosioni e hanno visto fumo nella parte a sudest della città. Una di queste esplosioni è stata registrata proprio vicino al bunker di Gheddafi di Bab al-Aziza. Sono stati udite anche le risposte dei missili di difesa anti-aerea.FRATTINI: MISURATA CITTA' MARTIRE"La città di Misurata la possiamo considerare davvero una città martire". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in conferenza stampa, a Berlino, dove è in corso il vertice dei ministri degli esteri della Nato. Frattini ha citato "i dati Onu raccolti nelle ultime due settimane", secondo i quali, "solo a Misurata, ci sono stati almeno 250 morti civili, tra cui 20 bambini, c'è stato addirittura ilbombardamento di un ospedale pediatrico".MONS. MARTINELLI: ARMARE I RIBELLI NON E' UNA SOLUZIONE"Fornendo armi ai ribelli di Bengasi si rischia di non far terminare la guerra, anzi di prolungarla". Lo afferma oggi mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, dopo che ieri a Doha, in Qatar, il "Gruppo di contatto sulla Libia" ha deciso di istituire "un meccanismo finanziario temporaneo" per finanziare il Consiglio Nazionale di Transizione di Bengasi, mentre alcuni Paesi che hanno partecipato al vertice hanno annunciato l'intenzione di fornire l'equipaggiamento militare airibelli."Abbiamo pregato per l'incontro di Doha, perchè prevalesse il dialogo nella verità senza lasciarsi prendere da tanti interessi di parte", dice mons. Martinelli all'agenzia vaticana Fides. Riferendosi poi al documento delle Chiese cristiane presenti a Tripoli inviato all'Onu il vicario apostolico commenta: "Speriamo che nel nostro piccolo possiamo far maturare il seme della riconciliazione che solo la potenza di Dio può donare". Il Vicario Apostolico di Tripoli aggiunge che, a suo parere, la crisi poteva forse essere evitata se "si fosse dato maggiore ascolto alle esigenze dei giovani, che aspirano ad un lavoro ed un futuro"."La situazione a Tripoli è abbastanza tranquilla - aggiunge il vescovo -, ieri sera ho sentito una forte esplosione che però era alquanto lontana. So di scontri in aree come quella di Iefren, dove alcune suore lavorano nell'ospedale. Ho raccolto voci su di una manifestazione di protesta che sarebbe prevista per oggi a Tripoli, ma è una notizia difficile da verificare. Tripoli sembra però sotto controllo".FRANCIA GERMANIA: SOLUZIONE POLITICA E NON MILITAREDiverse le opinioni di Francia e Germania sull'intervento militare in Libia, ma entrambe sono d'accordo nel considerare che "una soluzione duratura" nel Paese "sarà politica, non militare". Lo hanno affermato i ministri degli Esteri francese e tedesco, Alain Juppè e Guido Westerwelle, a margine del consiglio Esteri della Nato a Berlino.Per il capo della diplomazia tedesca "la Germania ha deciso di non partecipare alle azioni militari, ma è d'accordo sul fatto che la Libia ha un avvenire solo se" Gheddafi lascia il potere. "Il disaccordo - ha spiegato Westerwelle - riguarda il modo con cui perseguire questo obiettivo"."Condividiamo lo stesso obiettivo, anche se divergiamo sulla forza militare", ha poi replicato Juppè, precisando che c'è un accordo "nel ritenere che la soluzione duratura sarà politica non militare".ASHTON, L'UE VUOLE CHE GHEDDAFI SE NE VADA IMMEDIATAMENTE"La posizione dell'Ue è chiara, il colonnello Gheddafi deve ritirarsi immediatamente". Così, il capo della diplomazia europea Catherine Ashton, nel corso del vertice della Lega araba aperto oggi al Cairo, interamente dedicato alla situazione libica.I RIBELLI: «23 MORTI A MISURATA»I ribelli libici hanno lanciato un disperato appello alla Nato perchè intensifichi i raid nella zona di Misurata, dopo che un nuovo bombardamento delle forze di Muammar Gheddafi ha fatto almeno 23 morti, fra cui tre egiziani. Sull'ultima roccaforte dei rivoltosi in Tripolitania sono piovuti 80 razzi Grad di fabbricazione sovietica. "Ci sarà un massacro se la Nato non interviene con forza", ha avvertito un portavoce del Consiglio nazionale transitorio identificatosi come Abdelsalam dalla città sotto assedio da 50 giorni. L'appello è stato lanciato mentre a Berlino si apriva la riunione dei ministri degli Esteri della Nato che deve fare il punto sulle operazioni in Libia. DAL VERTICE BRIC CONDANNA ALL'USO DELLA FORZAI principali Paesi emergenti, Brasile, Cina, India, Russia e Sudafrica, si dicono contrari all'"uso della forza" per risolvere la crisi libica. In una dichiarazione congiunta da Sanya, la città dell'isola cinese delle vacanze Hainan, che ospita il vertice lampo del Brics, i Paesi emergenti si dicono "estremamente preoccupati per i disordini nelle regioni del Medio Oriente, del Nord Africa e dell'Africa occidentale e augurano che i Paesi coinvolti possano avere presto pace, stabilità, prosperità e progresso" sempre nel "rispetto delle legittime aspirazioni delle loro popolazioni"."Condividiamo il principio che l'uso della forza debba essere evitato", si legge nella cosiddetta Dichiarazione di Sanya, in cui viene espresso l'appoggio del Brics all'iniziativa dell'Unione africana per la Libia. "Sosteniamo che l'indipendenza, la sovranità, l'unità e l'integrità territoriale di ogni nazione vadano rispettate", prosegue il testo, rilanciato dall'agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua.Al vertice, presieduto dal leader cinese Hu Jintao, hanno partecipato la presidente del Brasile Dilma Rousseff, il russo Dmitry Medvedev, il premier indiano Manmohan Singh e il presidente sudafricano Jacob Zuma.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: