giovedì 10 marzo 2011
Il presidente francese avrebbe proposto di attaccare tre obiettivi: l'aeroporto militare di Sirte, a 500 chilometri da Tripoli, quello di Sebha, nel sud della Libia al confine con il Chad, e Bab al-Azizia, il quartier generale del colonnello Gheddafi a Tripoli. Contraria l'Italia, che si oppone per voce del ministro degli Esteri Frattini.
- Confindustria: prezzo del petrolio rallenta la ripresa
- «Interventi anche senza Onu per inviare gli aiuti ai civili»
COMMENTA E CONDIVIDI
Sarkozy avrebbe proposto di attaccare tre obiettivi: l'aeroporto militare di Sirte, a 500 chilometri da Tripoli, quello di Sebha, nel sud della Libia al confine con il Chad, e Bab al-Azizia, il quartier generale del colonnello Gheddafi a Tripoli. Si tratterebbe di "colpire un numero estramente limitato di bersagli, le zone da dove partono gli attacchi dell'aviazione libica contro la popolazione", ha spiegato la fonte, aggiungendo che durante l'incontro odierno fra Sarkozy e i membri del Consiglio di Bengasi uno dei delegati dei ribelli avrebbe suggerito di "distruggere il sistema di comunicazione" degli ordini di Gheddafi e il presidente francese avrebbe risposto: "È una buona idea".Interpellato dall'AFP, l'Eliseo non ha voluto confermare la notizia. "È prematuro parlarne. Bisogna ottenere le autorizzazioni giuridiche per utilizzare la forza contro Gheddafi".FRATTINI: L'ITALIA NON PARTECIPERA' A BOMBARDAMENTI"L'Italia chiede decisioni europee, condivise e unanimi". Lo ha affermato Franco Frattini nel corso del Consiglio informale dell'Ue a Bruxelles, riferendosi alla decisione con cui la Francia ha riconosciuto il Consiglio nazionale dei ribelli libici come unico e legittimo rappresentante del Paese. "Deve essere l'Europa a decidere, sia sulle sanzioni così come sui contatti con l'opposizione", ha aggiunto il capo della diplomazia italiana. Frattini ha anche affermato che l'Italia è comunque disponibile "ad accompagnare una eventuale missione Ue a Bengasi", dal momento che Roma sta per riaprire il proprio consolato nella città della Cirenaica.L'Italia inoltre non parteciperà ai bombardamenti mirati sulla Libia, che, secondo fonti vicine all'Eliseo, saranno proposti domani dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, nel corso del Consiglio europeo straordinario. A precisare la posizione di Roma è stato sempre il ministro Frattini. "L'Italia vuole una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu" e quindi non un attacco diretto alle forze libiche bensì un controllo delle forze aeree di Gheddafi.MANTICA: ITALIA E RUSSIA SONO ALLINEATE"Italia e Russia sono assolutamente allineate sulla Libia": lo ha detto stasera nella residenza dell'ambasciata italiana a Mosca il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica al termine di una visita che lo ha portato ad incontrare i viceministri degli Esteri russi Grigori Karazin e Aleksandr Grushko, nonchè il viceministro dell'Energia Anatoli Ianovski. "Noi siamo contrari alla no fly zone e ancor più ad interventi militari. Se poi ci sarà una risoluzione dell'Onu, e noi aggiungiamo anche della Lega araba e dell'Unione africana, ci comporteremo come deciderà la comunità internazionale", ha dichiarato Mantica.SCARONI (ENI): POSSIBILE STOP COMPLETO ESTRAZIONE PETROLIFERAEni potrebbe fermare completamente nel giro di alcuni giorni la produzione di petrolio in Libia mentre va ancora avanti quella di gas che attualmente serve a fornire elettricità al popolo libico. Lo ha spiegato l'amministratore delegato, Paolo Scaroni, nel corso della presentazione agli analisti del piano 2011-2014. La produzione di petrolio il Libia "credo che si fermerà molto presto, e parlo di giorni" ha detto Scaroni.VAN ROMPUY: L'UE NON PUO' STARE A GUARDAREL'Unione europea non può restare a guardare le violenze in Libia contro la popolazione, e Gheddafi se ne deve andare. È il messaggio del presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy alla vigilia del vertice straordinario di domani dedicato al Nord Africa."Renderemo chiaro alla auotrità libiche che l'uso della forza contro i cittadini deve cessare, e i responsabili subiranno gravi conseguenze" tanto che "l'attuale leadership deve lasciare il potere senza aspettare oltre", ha dichiarato Van Rompuy, sottolineando che per questo "l'Ue non può semplicemente stare a guardare quando la sicurezza della popolazione è in gioco".RASMUSSEN: LA NATO E' PRONTA AD AGIREI ministri della Difesa della Nato hanno deciso di incrementare la presenza nel Mediterraneo inviando ulteriori navi al largo delle coste della Libia e di riesaminare i piani militari dell'Alleanza in vista di un possibile mandato Onu per una "no fly zone" sui cieli del paese nordafricano. Lo ha annunciato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, nel corso di una conferenza stampa al termine della riunione tenutasi oggi a Bruxelles. Le navi dell'Alleanza avranno il compito di aumentare la sorveglianza della Libia e verificare, qualora imposto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il rispetto dell'embargo sulle armi contro il regime di Gheddafi. Anche se una decisione sull'intervento non è stata ancora presa, Rasmussen ha detto che "la Nato è comunque pronta ad agire".TV DI STATO LIBICA: PRESA RAS LANUFLa televisione di stato libica ha annunciato oggi che il porto petrolifero di Ras Lanuf, bastione dei ribelli più avanzato nell'est, è stato "liberato" dagli insorti e ora l'esercito avanza verso Bengasi, cuore della rivolta. "La città di Ras Lanuf è stata liberata dalle bande armate e le bandiere verdi issate su tutti i palazzi istituzionali" della città, ha annunciato la televisione di stato aggiungendo che adesso "le forze libiche si dirigono verso Bengasi", seconda città del paese".Le truppe poro Gheddafi stanno "la momento stanno liberando la città di Brega", più ad est, città petrolifera conquistata dai ribelli sei giorni fa.SEIF AL-ISLAM: NON CI ARRENDEREMO, MORIREMO QUI"Questo è il nostro paese e non molleremo, nè ci arrenderemo mai. Moriremo qui in Libia". Lo ha detto il figlio di Gheddafi, Seif al-Islam, in un'intervista diffusa da Sky News e BBC TV. "Il popolo libico non darà mai il benvenuto nè alla Nato, nè agli americani. Non siamo spaventati dalla flotta americana, dalla Nato, dalla Francia, dall'Europa. Questo è il nostro paese. Noi viviamo qui e moriremo qui, ma non ci arrenderemo mai a questi terroristi". Seif al-Islam ha anche annunciato il rilascio dei tre soldati olandesi arrestati alla fine del mese scorso, anche se il governo di Tripoli resterà in possesso dell'elicottero con il quale erano entrati nel paese.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: