martedì 5 maggio 2020
Affando del capo dello staff scientifico della Casa Bianca. Anche l'alleanza di cinque intelligence vicine agli Stati Uniti avanzano seri dubbi sulle accuse mosse a Pechino per la creazione del virus
Una virologa cinese nel laboratori P4 di Wuhan

Una virologa cinese nel laboratori P4 di Wuhan - Ansa

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Il virologo della task force della Casa Bianca nella lotta al coronavirus, Anthony Fauci, ha ribadito
quanto già sostenuto dalla comunità scientifica secondo cui non ci sono prove del fatto che il virus, che ha scatenato la pandemia globale di Covid-19 sia stato creato in un laboratorio cinese. "Se si guarda all'evoluzione del virus nei pipistrelli e a cosa c'è là fuori adesso, le prove scientifiche vanno fortemente
nella direzione che il virus non avrebbe potuto essere manipolato artificialmente o intenzionalmente", ha dichiarato Fauci, anche direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, in un'intervista al National Geographic. "L'evoluzione graduale nel tempo indica che il virus si è evoluto nella natura e ha poi fatto il salto di specie", ha aggiunto. Una posizione diametralmente opposta a quella del presidente Donald Trump, per il quale coordinata la task force della Casa Bianca contro il virus.

Contro Trump ci sarebbero anche cinque intelligence non certo ostili agli Stati Unit. Gli 007 affermano che non ci sono al momento prove che lascino pensare che il coronavirus arrivi da un laboratorio di Wuhan. Lo riferiscono fonti di intelligente citate dal "Guardian" e dalla "Cnn". Secondo quanto riferisce il quotidiano britannico, il dossier di 15 pagine citato dal quotidiano Australian Daily Telegraph che accusava la Cina di avere coperto l'epidemia non sarebbe stato raccolto da riscontri di intelligence del Five Eyes, l'alleanza di intelligence di Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda.

Le agenzie dei cinque Paesi, spiega ancora il Guardian, ritengono che Pechino non sia stata trasparente nel rilascio delle informazioni sulla diffusione del coronavirus, ma sembrano non voler essere coinvolte in una situazione che potrebbe portare a un'escalation della tensione. In base a quanto circolato sul Wuhan Institute of Virology, sia in Gran Bretagna, che negli Stati Uniti e in Australia, i dipendenti non sempre avrebbero usato protezioni e in almeno un caso un pipistrello avrebbe urinato su un ricercatore, che non si sarebbe, però, ammalato, ma secondo le fonti citate dal quotidiano non c'è niente che indichi una falla nel laboratorio che possa avere causato la pandemia.

Anche altre due fonti, citate invece dalla Cnn, ritengono "altamente improbabile" che lo scoppio dell'epidemia possa essere il risultato di un incidente avvenuto in un laboratorio, e che si sia, invece, diffuso da un mercato di animali vivi. Il livello di certezza sulla possibilità che il virus si sia diffuso dal laboratorio di Wuhan espresso domenica scorsa dal segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e dal presidente Usa, Donald Trump, sarebbe, secondo una terza fonte proveniente da uno dei cinque Paesi dell'alleanza di
intelligence citata dalla Cnn, molto al di là delle valutazioni operate.
"Pensiamo che sia altamente improbabile che sia un incidente", ha dichiarato un funzionario diplomatico occidentale a conoscenza dei rapporti di intelligence citato dall'emittente Usa. "È molto probabile che si sia sviluppato naturalmente e che il contagio umano sia avvenuto tramite la naturale interazione tra uomo e animali". Secondo la terza fonte citata dalla Cnn, infine, il mercato di Wuhan è "chiaramente" il luogo da cui si è diffuso il contagio, ma non è chiaro come il virus vi sia arrivato: in base a quanto emerso finora, senza maggiore cooperazione e trasparenza da parte della Cina è impossibile dirlo con totale certezza, ed è anche possibile che gli Stati Uniti non stiano condividendo tutto il loro materiale di intelligence con gli altri membri del network.

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