venerdì 25 marzo 2011
Ancora manifestazioni nel sud della Siria. A Daraa, Latakia e Homs migliaia di giovani in piazza, nonostante le promesse fatte dal presidente Assad. Ci sarebbero altre vittime. Fonti mediche di Daraa riferiscono di 150 dimostranti uccisi in una settimana. La Ue: stop alle violenze.
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Più di 150 persone sarebbero state uccise nel sud della Siria in sette giorni di repressione da parte delle forze di sicurezza: lo hanno affermato alla tv panaraba al Jazira fonti mediche di Daraa, epicentro delle rivolte anti-regime. Il dato non è confermato. Il presidente Bashar Assad ha fatto ritirare polizia ed esercito dal centro di Daraa nel tentativo di riappacificare la situazione con i manifestanti. Ma centinaia di giovani sono di nuovo scesi in piazza; nel sobborgo di Tafas, durante i funerali di un manifestante ucciso venerdì, i dimostranti hanno preso d'assalto e dato alle fiamme un edificio del partito Baath e una stazione di polizia. La polizia ha usato i lacrimogeni per disperdere la folla.Manifestazioni anche a Homs, 180 km a nord di Damasco, e a Latakia, principale porto a nord-ovest di Damasco e capoluogo della regione alawita a cui appartiene il clan degli Assad al potere da quarant'anni. Qui la folla è scesa in strada durante i funerali di due giovani uccisi venerdì. Numerosi video presenti su Youtube e sugli altri social network mostrano "l'uccisione a Latakia" di un numero imprecisato di persone; si parla di due vittime. L'agenzia ufficiale siriana Sana conferma la presenza di cecchini sui tetti di alcuni palazzi della città costiera, che hanno aperto il fuoco contro la gente, cittadini e forze di sicurezza.Giovedì il regime di Assad aveva annunciato una serie di riforme per "promuovere la libertà" in Siria, ma i dimostranti hanno dichiarato che continueranno a protestare fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte. Sabato sono state convocate in Rete "rivolte popolari" antigovernative: un gruppo Facebook, nato a supporto dei rivoltosi e che conta già 86 mila fan, ha annunciato che"l'intifada è appena cominciata" e che l'obiettivo degli insorti è "la libertà".Il governo siriano afferma di non avere informazioni sul presunto rilascio di oltre 200 detenuti politici, per lo più islamici, annunciato invece da un'organizzazione umanitaria locale.  L'Alto rappresentante della politica estera della Ue ha chiesto la cessazione "immediata" delle violenze in Siria, dicendosi "scioccata" per la "brutale" risposta del governo di Damasco alle manifestazioni. La Ashton ha lanciato un appello alle autorità siriane affinché vengano soddisfatte "le legittime aspirazioni del popolo attraverso il  dialogo e le riforme politiche e socio economiche".
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