venerdì 7 gennaio 2022
26 manifestanti sono stati uccisi e oltre 3mila arrestati dall'inizio delle proteste
Kassym-Jomart Tokayev

Kassym-Jomart Tokayev - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

«Delinquenti». «Terroristi». Da «distruggere» e «spazzare via». Spalleggiato dai parà russi, il presidente del Kazakistan ha usato espressioni di violenza inaudita all’indirizzo della protesta divampata nel Paese contro l’aumento del prezzo del gas. Kassym-Jomart Tokayev ha ordinato ai militari di «sparare per uccidere e senza preavviso» e ha promesso di «distruggere quanti non si arrendono». In un discorso alla nazione, il presidente kazako ha escluso qualsiasi negoziato e ha avvertito che «l’operazione antiterrorismo continua», anche con una squadra speciale di uomini che darà la caccia ai «terroristi», come ha bollato gli attivisti che hanno animato le proteste.

Alle parole sono seguiti i fatti. Le autorità hanno dato un primo bilancio dei morti, 26 «delinquenti» uccisi (oltre ai 18 uomini delle forze di sicurezza uccisi), un migliaio di feriti e 3.700 arresti, ben cento in un’operazione ad Almaty. Un bagno di sangue che forse, per la difficoltà di acquisire notizie, è anche peggiore.

E mentre la Nato e gli Usa esprimono «preoccupazione», Tokayev – che guida ora anche il Consiglio nazionale per la sicurezza, dopo aver “defenestrato” Nursultan Nazarbayev, padre-padrone incontrastato del Paese per tre decenni – ha ribadito che «figure straniere» hanno giocato un ruolo chiave nella rivolta. Secondo i media locali, Nazarbayev avrebbe lasciato il Paese assieme alle figlie.
Tokayev ha incassato anche il plauso (interessato) della Cina. Secondo il presidente cinese Xi Jinping, il collega kazako ha preso «decisioni efficaci e decisive in un momento critico», riuscendo a «calmare velocemente la situazione».

Xi ha detto che la Cina si oppone fermamente a qualsiasi forza minacci la stabilità e la sicurezza del Kazakistan e metta a rischio la vita pacifica del suo popolo. Xi ha inoltre aggiunto di rifiutare qualsiasi tentativo da parte di forze esterne di provocare disordini e istigare «rivoluzioni colorate» in Kazakistan. Intanto continuano ad affluire in maniera costante uomini e mezzi militari dalla Russia; non a caso Tokayev ha ringraziato «in modo particolare» il capo del Cremlino, Vladimir Putin e i due si sono anche sentiti telefonicamente.

Sono 75 gli aerei russi che volano 24 ore su 24 per portare le truppe e le attrezzature in Kazakistan, parte del contingente di “peacekeeping” della Csto, l’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva, l’alleanza militare che raggruppa sei ex sovietici repubbliche, a cui Tokayev ha chiesto aiuto mercoledì.

Nove aerei che portano i parà russi sono atterrati ieri all’aeroporto di Almaty dove da alcune ore le autorità avevano ripreso il pieno controllo dello scalo. A guidarli un pezzo da novanta, il generale Andrei Serdyukov, comandante delle forze d’elite aerotrasportate russe, già a capo delle operazioni in Crimea, e in seguito in Siria. Ad Almaty ieri si sono registrati altri scontri. Mosca ha fatto sapere che i militari russi «hanno immediatamente assunto il compito delle loro missioni».

Da Parigi intanto ha parlato Mukhtar Ablyazov, l’ex banchiere e ministro kazako che si è attribbuito la guida della protesta. Ablyazov si è detto convinto che «l’Occidente debba intervenire altrimenti il Paese si trasformerà nella Bielorussia e Putin imporrà il suo programma: ricreare una struttura come l’Unione Sovietica».





© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: