venerdì 16 ottobre 2015
​La ritorsione dopo l'incendio alla Tomba di Giuseppe, appiccato da palestinesi. Gruppi estremisti hanno proclamato il "venerdì della rivoluzione".
L'ALLARME Caritas Jerusalem: cancellati molti pellegrinaggi
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In seguito all'incendio appiccato da un gruppo di palestinesi alla Tomba di Giuseppe, gruppi di coloni israeliani hanno bloccato uno dei gli accessi alla città di Nablus in Cisgiordania e impediscono il transito agli automobilisti palestinesi. Lo riferisce la radio dei coloni, Canale 7.  Prima dell'alba un centinaio di palestinesi ha dato fuoco alla tomba di Giuseppe, figlio di Giacobbe, venerata dagli ebrei a Nablus. Hanno lanciato Molotov sul sito, già fonte di grande tensione tra israeliani e palestinesi in passato. La folla è stata dispersa e l'incendio è stato posto sotto controllo dalla polizia palestinese prima dell'arrivo di soldati israeliani. Non vi sono feriti.Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, ha condannato l'incendio come "un atto irresponsabile", sottolineando "il rifiuto assoluto di questi atti illegali, offese alla nostra cultura, religione e morale". Per gli ebrei, la tomba contiene le spoglie di Giuseppe, uno dei dodici figli di Giacobbe. Ma questo sito sacro è venerato anche da musulmani, cristiani e samaritani.Secondo gli accordi di Oslo sull`autonomia palestinese (1993), il sito doveva restare sotto controllo israeliano. Ma Tsahal lo ha lasciato nell'ottobre 2000, poco dopo l`inizio della seconda Intifada. Parzialmente distrutta dai palestinesi, la tomba è stata restaurata e trasformata in moschea. Dal 2007, grazie a un accordo di cooperazione sulla sicurezza con l`Autorità palestinese, l'esercito israeliano autorizza dei pellegrinaggi notturni una volta al mese. I gruppi palestinesi hanno lanciato un appello a un "venerdì della rivoluzione" in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, per dopo la preghiera musulmana di oggi. Dal 1° ottobre nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est si susseguono violenze e accoltellamenti, tanto che si parla di una nuova Intifada. Almeno 32 persone sono morte e un migliaio sono rimaste ferite dall'inizio degli scontri.Il ministro Uri Ariel (del partito nazionalista Focolare ebraico) ha chiesto al premier Benyamin Netanyahu di ordinare all'esercito di assumere il controllo di quell'edificio.
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