giovedì 29 ottobre 2015

​L'allarme arriva da Mosca e si basa su un rapporto del governo iracheno. Ispettori dell'Opac a Baghdad.

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I terroristi dell'Is avrebbero avuto accesso alle tecnologie e alla documentazion e per la produzione di armi chimiche. L'allarme arriva da Mosca, per bocca del direttore del dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti presso il ministero degli Esteri russo, Mikhail Ulianov."Sono stati già registrati diversi casi di uso di armi chimiche da parte dei miliziani dell'Is sul territorio delle Siria e dell'Iraq", ha detto Ulianov all'agenzia Tass. Il rappresentante del dicastero russo ha espresso rammarico per il fatto che il Consiglio di sicurezza Onu "non ha reagito in modo adeguato a questo fatti, principalmente a causa della posizione dei nostri partner occidentali". A suo dire, la Russia ha "più volte e con insistenza" sollevato la questione della necessità di studiare una risposta e chiede che venga aperta un'indagine sull'uso di armi chimiche da parte dei combattenti dell'Is. Ad accusare l'Is sarebbe un rapporto del governo iracheno, consegnato all'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche a inizio ottobre, che accusa l'Is di aver compiuto ad agosto almeno 4 attacchi con iprite, di cui tre nella provincia di Erbil, contro peshmerga curdi ed esercito iracheno. Un team di esperti dell'Opac sarebbe a Baghdad per preparare, insieme ad autorità ed esperti locali, una missione più ampia di supporto alle indagini irachene sull'uso di armi chimiche, in particolare nel nord dell'Iraq.
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