lunedì 25 luglio 2022
Sabato è stato impiccato pubblicamente un operaio condannato per aver ucciso un uomo delle forze dell'ordine. La denuncia di Iran Human Rights e Amnesty International
L'Iran riprende le esecuzioni pubbliche dopo due anni
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Quella di sabato 23 luglio è stata la prima esecuzione pubblica in Iran dopo due anni. Un uomo, un operaio condannato per aver ucciso un poliziotto, è stato impiccato pubblicamente. Iman Sabzikar, secondo quanto riferisce la Ong Iran Human Rights era stato condannato nel febbraio 2022 per l'omicidio commesso nella città meridionale iraniana di Shiraz, è stato impiccato di prima mattina.


La sua condanna era stata confermata dalla Corte Suprema all'inizio di luglio.

«La ripresa di questa brutale punizione in pubblico ha lo scopo di spaventare e intimidire le persone dal protestare. Possiamo aumentare il costo politico di queste pratiche medievali se la gente protesta di più contro la pena di morte, in particolare le esecuzioni pubbliche, se la comunità internazionale prende una posizione forte», ha dichiarato Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore dell'IHR. Le esecuzioni in Iran avvengono solitamente all'interno delle carceri. Le esecuzioni pubbliche sono utilizzate, secondo quanto riportato da IHR, come deterrente, soprattutto quando si tratta dell'omicidio di un membro delle forze di sicurezza.


Va ricordato che l'ultima esecuzione pubblica in Iran risaliva all'11 giugno 2020. Nel 2021, con la fine delle restrizioni dovute alla pandemia, vi è stato un enorme aumento delle esecuzioni e delle condanne a morte non solo in Iran, ma in tutti gli Stati dove i tribunali spesso emettono questo tipo di sentenze, ad esempio l'Arabia Saudita.

La denuncia di Amnesty International sulla pena di morte riporta che nel 2021 l'Iran, da solo, ha registrato almeno 314 esecuzioni rispetto alle almeno 246 dell'anno precedente, il numero più alto dal 2017. In tutto il mondo le esecuzioni sono state almeno 579 in 18 Stati. Nel caso dell'Iran la principale ragione è stata l'aumento del numero di esecuzioni per reati di droga, una chiara violazione del diritto internazionale, che proibisce l'uso della pena di morte per reati diversi dall'omicidio intenzionale.

Anche l'Arabia Saudita ha più che raddoppiato le esecuzioni del 2020, una tendenza destinata a proseguire nel 2022, considerato che, in un solo giorno di marzo, sono state messe a morte 81 persone.
Nel 2021, con la fine delle restrizioni anti Covid, i giudici di 56 Stati hanno emesso almeno 2052 condanne a morte con un aumento di quasi il 40% rispetto al 2020. I maggiori numeri di condanne alla pena capitale sono stati registrati in Bangladesh ( almeno 181 rispetto ad almeno 113 del 2020), India (144 rispetto a 77) e Pakistan (almeno 129 rispetto ad almeno 49).
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