giovedì 14 marzo 2013
Cresce la tensione attorno alla vicenda dei due marò: a seguito della decisione dell'Italia di non farli rientrare in India entro il 22 marzo la Corte Suprema di New Delhi ha invitato l'ambasciatore italiano Daniele Mancini a non lasciare il Paese. «Ha violato la dichiarazione giurata» presentata a garanzia del ritorno dei militari.
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Si fanno sempre più tese le relazioni tra India e Italia. La Corte Suprema di New Delhi, ha invitato l'ambasciatore italiano, Daniele Mancini, a non lasciare il Paese in attesa di un'udienza (fissata per il 19 marzo) sulla decisione dell'Italia di non far rientrare i marò in India entro il 22 marzo, come previsto dal permesso loro accordato.«La Corte - ha spiegato l'avvocato Dilijeet Titus, responsabile dello studio legale che assiste Latorre e Girone - ha emesso un'ordinanza, firmata dal suo presidente, Altamas Kabir, in cui si chiede all'ambasciatore Mancini di restare in India e di inviare una comunicazione entro il 18 marzo, in vista di un' udienza che si terrà il 19 marzo». Secondo quanto riferito da fonti locali, l'ambasciatore Mancini ha «violato» la «dichiarazione giurata» presentata «a garanzia del ritorno dei marò» il 9 febbraio scorso. Il governo indiano ha assicurato che farà rispettare l'ordinanza della Corte Suprema. Il ministro degli Esteri Salman Khurshid, ha dichiarato che «ci atterremo a quanto disposto dalla Corte nel massimo interesse del nostro Paese e del nostro sistema giudiziario».Oltre all'ordinanza firmata nei riguardi dell'ambasciatore italiano Daniele Mancini, la Corte Suprema ha inviato anche comunicazioni ai marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone affinchè spieghino la loro posizione. Dato che i due si trovano attualmente in Italia, si legge nella nota della Corte, le comunicazioni saranno inviate loro attraverso l'ambasciata italiana a New Delhi.
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