mercoledì 22 aprile 2020
Il capo dell’Eliseo ha chiamato Francesco. Rimangono alte le cifre dell’epidemia: vicini ormai ai 21mila i decessi
Il presidente Macron in un passato incontro in Vaticano con il Papa

Il presidente Macron in un passato incontro in Vaticano con il Papa - Archivio Ansa

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Nella Francia che ha superato lunedì la spaventosa asticella dei 20mila morti dovuti al coronavirus negli ospedali e nelle case di riposo paraospedaliere (20.796, secondo l’ultimo bollettino di ieri), l’Eliseo vuole riflettere alla «coesione morale del Paese». Anche per questo, il presidente Emmanuel Macron ha telefonato martedì pomeriggio al Papa per una conversazione che ha riguardato pure l’annullamento del debito dei Paesi più poveri: un auspicio condiviso dalla Santa Sede e da Parigi. La telefonata è giunta un anno dopo quella successiva al rogo del 15 aprile 2019 nella Cattedrale di Notre-Dame.

Il presidente Macron in videoconferenza con il Papa

Il presidente Macron in videoconferenza con il Papa - Reuters

Nel Messaggio Urbi et Orbi pronunciato nella domenica di Pasqua, Francesco aveva chiesto di mettere «in condizione tutti gli Stati di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri». Una posizione che Macron aveva ripreso l’indomani, nel proprio discorso a reti unificate ai francesi, insistendo sulla necessità di aiutare i Paesi africani «annullando in modo massiccio i loro debiti».

​In giornata, Macron si è pure intrattenuto a distanza con i rappresentanti religiosi in Francia, fra cui monsignor Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale, per affrontare anche la questione del ritorno alla normalità nei luoghi di culto, che potrebbe giungere oltre la data dell’11 maggio indicata dall’esecutivo per il ritorno a scuola progressivo degli studenti.

Per il momento, i fedeli continuano a seguire le liturgie trasmesse in tv (che registrano record di ascolti) o sul web grazie alle singole iniziative di numerose parrocchie. Molte chiese restano aperte, ma solo per momenti solitari di raccoglimento. Per il ritorno in classe, si farà in modo scaglionato lungo le ultime tre settimane di maggio e con classi di non oltre 15 allievi, ha precisato il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer. La priorità sarà per materne ed elementari.

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