giovedì 25 marzo 2010
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La riforma della sanità è legge e, come promesso, all’indomani della sua entrata in vigore Barack Obama ha firmato l’ordine esecutivo che riafferma i limiti nell’uso dei fondi federali per l’aborto. L’impegno a emettere un decreto che confermasse anche per il nuovo sistema le proibizioni già esistenti era stato fondamentale per ottenere il voto positivo di un gruppo di deputati pro-life. A differenza della cerimonia per la firma della riforma sanitaria, trasmessa in diretta televisiva e online, però, l’evento di ieri è avvenuto in sordina. L’ingresso era stato vietato ai giornalisti e fra gli invitati c’erano solo il deputato del Michigan, Bart Stupak,e i suoi 12 colleghi democratici anti-abortisti, il cui voto è stato determinante per lo storico via libera alla Camera. E, forse per effetto dell’enorme rilievo dato al passaggio della legge, l’opinione pubblica comincia ad apprezzare di più la riforma, il cui dibattito ha diviso l’America. Secondo un sondaggio Gallup il 49% degli intervistati crede che sia «una cosa positiva» che il Congresso abbia approvato la legge. E gli americani non hanno dubbi nel considerare Obama artefice del cambiamento positivo: il 46% che definisce buono o eccellente il suo comportamento. Resta però alta la percentuale (40%) dei cittadini statunitensi che continua a criticare la riforma o che si definisce persino «furiosa» per la sua approvazione. E all’interno di questa fazione c’è anche chi non esita a minacciare o a usare violenza i deputati democratici che hanno votato «sì» alla legge, o le loro famiglie. Una decina di membri del Congresso sono addirittura stati posti sotto la protezione di una scorta per le minacce ricevute a causa del loro voto a favore dell’health care. E gli uffici di altri due (uno a New York e l’altro in Arizona) sono stati bersaglio di atti vandalici.C’è poi un 48% convinto che la legge sia solo «un buon inizio» che deve essere seguito da altre azioni mirate a migliorare l’assistenza sanitaria per gli americani. All’indomani dell’euforia per la firma della legge, infatti la maggioranza democratica è stata costretta a precisare che la misura che vieta alle assicurazioni di negare l’assistenza sanitaria ai bambini ammalati entrerà in vigore non da subito ma in modo graduale. I piccoli malati che non hanno un’assicurazione, ad esempio, dovranno aspettare fino al 2014 per avere la certezza della copertura sanitaria privata, anno in cui le assicurazioni non potranno più negare polizze anche agli adulti con patologie pregresse.L’amministrazione Obama però non è d’accordo. Ieri ha spiegato che la sua interpretazione della legge è che prescrive che non venga negata la copertura sanitaria ai bambini malati. Ed il ministro della Sanità, Kathleen Sebelius, intende risolvere la situazione emanando un nuovo regolamento attuativo della legge, che superi «ogni ambiguità».
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