venerdì 7 maggio 2021
La Focsiv: con la revoca dei diritti intellettuali si apre un nuovo corso nella lotta globale alla pandemia. «Il governo italiano sostenga questa richiesta all'interno della Ue»
Una donna indiana viene vaccinata a Mumbai

Una donna indiana viene vaccinata a Mumbai - Ansa

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Le dichiarazioni di Joe Biden, favorevole alla revoca della protezione della proprietà intellettuale per i vaccini anti-Covid, "fanno ben sperare" per l'avvio di "un nuovo corso nel contrastare gli effetti catastrofici, soprattutto per i Paesi più fragili, che la pandemia ha causato", afferma Nino Santomartino, vicepresidente Focsiv. Il fatto che il 90% delle dosi disponibili di vaccino anti-Covid si sta concentrando nelle mani dei Paesi più ricchi, secondo la federazione che rappresenta 87 Ong cattoliche, "è un problema di tutti e non solo delle popolazioni più svantaggiate". Per questo Focsiv auspica "un pronto intervento da parte dell'Unione Europea".

Al momento, sottolinea Focsiv, solo il 3,7% della popolazione mondiale ha ricevuto la vaccinazione completa e gran parte delle persone vaccinate vivono nei Paesi ricchi, mettendo in evidenza la profonda disuguaglianza finanziaria del mondo. Per gli Stati che hanno più disponibilità non è impossibile firmare contratti con le case farmaceutiche, tanto da detenere ben il 98% delle dosi disponibili. Al contrario dei Paesi impoveriti che - sottolineano le Ong del mondo cattolico - dipendono dalla solidarietà delle organizzazioni internazionali e dai rapporti di cooperazione con i Paesi donatori. Una disuguaglianza accresciuta anche dal fatto che "i Paesi ricchi possono accumulare debito per finanziare le maggiori spese sanitarie e di sostegno all’economia interna grazie al supporto delle banche centrali", mentre per i Paesi più poveri questa prospettiva è impraticabile, "dovendo continuare a pagare il debito storico e non potendo investire nuove risorse nel rafforzare i loro deboli sistemi sanitari".

Antonio Lissoni, presidente Aifo – Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, socio Focsiv sottolinea come "non ci sono confini per il virus, ci sono invece regole ed interessi che limitano le nostre capacità di difesa. Sia gli Usa che l’Ue, ma anche l’India, la maggior produttrice di vaccini, chiedono che la proprietà intellettuale venga protetta in altre forme consentendo però a tutti la produzione dei vaccini, agendo in modo globale per aiutare anche le comunità più lontane". Si tratta di un "percorso di solidarietà", che è anche "l’unica possibilità di controllare l’espansione e le mutazioni del virus in paesi come il Brasile e l’India". Una disuguaglianza nell'accesso ai vaccini, conclude Lissoni "non è solo di carattere finanziario e di potere economico tra gli Stati, ma anche delle diverse strutture e capacità dei sistemi sanitari nazionali".

Apprezzamento per l’iniziativa dell’Amministrazione USA, pure da Giampiero Carosi, Presidente di Medicus Mundi Italia che sottolinea come la pandemia sta divampando ora in Brasile, Sud Africa e India, tre poli del mondo in via di sviluppo: "La campagna vaccinale mondiale di fatto procede a due velocità, lasciando indietro i paesi più poveri nella somministrazione". Secondo Giampiero Carosi "con la revoca dei diritti per la proprietà intellettuale sui vaccini, si uscirà dal monopolio detenuto dai colossi farmaceutici sui vaccini anti-Covid e anche i Paesi più poveri potranno produrli e superare così la crisi sanitaria.”

Per questo Focsiv, ha ribadito il vice presidente Nino Santomartino, chiede “unitamente alla rete degli organismi della solidarietà e cooperazione internazionale con i quali condividiamo questo percorso, che anche il governo italiano si esprima ufficialmente a favore di questa azione che salvaguarda la salute di tutti gli uomini e le donne di questo Pianeta e che riduce il divario nell’accesso alle vaccinazioni. E si faccia portavoce di tali istanze, con maggiore impegno e convinzione, presso l’Unione Europea”.

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