martedì 20 agosto 2013

Mohamed Badia catturato al Cairo. Per lui 15 giorni di carcerazione "preventiva". Preso anche il portavoce dell'Alleanza delle formazioni pro-Morsi Youssef Talaat. L'ex vice presidente El Baradei, che si era dimesso per protesta contro la violenza delle repressioni dei giorni scorsi, verrà processato per tradimento. Tensione tra Usa ed Arabia Saudita sugli aiuti economici e militari al governo.
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La tv di Stato egiziana ha annunciato l'arresto della guida dei Fratelli musulmani, Mohamed Badia. La cattura è avvenuta in appartamento nei pressi di Rabaa, sul viale Tayaran, nella capitale egiziana. L'emittente egiziana Ontv, vicina al governo, ha trasmesso in esclusiva le immagini di Badia dopo il suo arresto: la guida spirituale della Confraternita appare in buone condizioni, seduto su un divano con un paio di uomini armati di Ak47 al fianco.Inseguito da un mandato d'arresto per «incitamento all'omicidio», per i violenti scontri scoppiati il 30 giugno nel quartier generale dei Fratelli musulmani al Cairo tre giorni prima che il presidente Morsi venisse deposto, Mohammed Badie è l'ottava Guida suprema della Confraternita, eletto il 16 gennaio 2010, alla vigilia della rivolta contro Hosni Mubarak.Nel blitz che ha portato alla cattura di Mohamed Badia, è stato arrestato anche il portavoce dell'Alleanza delle formazioni pro-Morsi Youssef Talaat.  Badia «è solo uno dei membri della Fratellanza musulmana, la confraternita che è nel cuore di tutti gli egiziani che rifiutano il golpe militare», ha detto uno dei portavoce della Fratellanza, Ahmed Aref, in un primo commento a caldo sull'arresto del loro leader. Solo qualche giorno fa, la guida della Confraternita aveva esortato i confratelli a «resistere fino alla vittoria». I Fratelli musulmani hanno nominato Mahmud Ezzat guida provvisoria della confraternita.L'arresto di Badie ha però provocato la reazione degli Usa che tornano a “bacchettare” il governo egiziano. La Casa Bianca ha infatti criticato l'arresto del leader dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, perchè non in linea con gli standard che gli Stati Uniti ritengono indispensabili per difendere i diritti umani. El Baradei a processo per tradimentoL'ex vice presidente egiziano Mohamed ElBaradei sarà processato per «tradimento della fiducia» accordatagli. In sostanza per slealtà, scorrettezza e violazione dei propri doveri: gli si contestano le dimissioni rassegnate il 14 agosto scorso, in segno di protesta contro le stragi perpetrate quello stesso giorno dalle forze di sicurezza, che assaltarono e smantellarono le due tendopoli allestite al Cairo dai sostenitori islamisti. Secondo fonti giudiziarie riservate, El Baradei dovrà comparire in aula il prossimo 19 settembre, anche se di fatto ha lasciato l'Egitto due giorni fa ed è partito per Vienna. Dietro l'azione legale individuale, però, potrebbe in realtà ascondersi la vendetta di Sisi e del suo apparato di potere: se riconosciuto colpevole El Baradei sarebbe passibile di vedersi infliggere fino a tre anni di reclusione.È giallo sugli aiuti UsaTensione tra Washington e Riad sul tema cruciale degli aiuti economici e soprattutto militari al governo egiziano. Intanto, negli States, s'è sparsa la voce che l'amministrazione Obama avrebbe deciso, in modo segreto, di sospendere temporaneamente la consegna di armi all'esercito egiziano e alcune forme di aiuti economici. Lo scoop è del Daily Beast e se risultasse accurato contraddirebbe in modo plateale quanto sostenuto lunedì dal Dipartimento di Stato americano. Tutta la questione degli aiuti è ancora sotto esame e ancora non è stata presa alcuna decisione circa l'enorme flusso di denaro (almeno un miliardo e mezzo di dollari l'anno) tra Washington e il Cairo, è la versione ufficiale.  È stato il senatore democratico Patrick Leathy, attraverso il suo portavoce, a rivelare al sito di Tina Brown che «gli aiuti sono stati bloccati». Il punto decisivo riguarda la fornitura degli elicotteri Apache, già pagati dal governo egiziano, oltre a ingenti sostegni economici a favore di programmi che aiutano l'esecutivo del Cairo. Come ampiamente previsto, l'amministrazione smentisce lo scoop del Daily Beast negando fermamente che si sia deciso segretamente alcun chè circa lo stop, temporaneo o permanente, degli aiuti Usa all'Egitto.    Ma a  impensierire gli Stati Uniti non è solo il Daily Beast, quanto la condotta adottata dai vertici sauditi. AWashington non è stata presa per niente bene la notizia che Riad e altri Paesi del Golfo legati sono pronti a compensare qualsiasi taglio degli aiuti occidentali all'Egitto del generale al Sissi. Un annuncio che provoca nuova tensione tra gli Stati Uniti e i sauditi, considerati tradizionalmente gli alleati più stretti dell'America in tutta la regione. Barack Obama, da ore sulla graticola con l'accusa di aver perso influenza in Medio Oriente, non può certo permettersi di vedere allentare i suoi rapporti privilegiati non solo con l'Egitto, sconvolto dallarepressione dell'esercito, ma anche dal Riad, ormai dichiaratamente schierata con i generali golpisti. Una preoccupazione resa bene da un articolo in prima pagina del Washington Post. Del resto, sin dal colpo di stato militare del 3 luglio, gli Stati Uniti e i sauditi si sono mossi in ordine sparso. Da quando Morsi è stato deposto, l'Arabia Saudita e i suoi alleati del Golfo hanno versato nelle casse del nuovo governo la bellezza di 12 miliardi di dollari.
Mubarak liberoLe preghiere funebri hanno abbracciato anche ieri il Cairo al calar della sera: due stragi raccapriccianti, costate la vita nel complesso a oltre 60 persone, hanno tinto di rosso la terra d'Egitto, con il suo padre-padrone Hosni Mubarak che uscirà dal carcere entro due giorni, riacquisterà i gradi e tornerà, almeno per qualche tempo, a essere uno dei protagonisti della vita politica del Paese. Nel Nord del Sinai un gruppo di 11 uomini armati a bordo dei pickup - secondo le prime ricostruzioni ufficiali sull'accaduto - ha attaccato un convoglio di due minibus e costretto i 25 agenti di polizia appena congedati a scendere. Li hanno legati, fatti mettere in fila, poi hanno sparato uccidendoli tutti. I cadaveri degli agenti sono stati trovati poco dopo, in un bagno di sangue sul ciglio della strada.Sul piatto di una realtà già molto esplosiva è arrivata la notizia della scarcerazione di Hosni Mubarak. ''Non è stato condannato, sono passati i 18 mesi di carcerazione preventiva, è quindi suo diritto uscire entro le prossime 48 ore'', sottolinea il suo avvocato Farid el Dib. A causa di questo procedimento ancora in corso, Mubarak otterrà una libertà condizionata, forse in un ospedale militare forse direttamente ai domiciliari in casa, ''saranno i giudici a decidere'', spiega il legale.La diplomazia frattanto è sempre al lavoro: mercoledì i ministri degli esteri della Ue si riuniranno per ridefinire le relazioni dell'Europa con l'Egitto. Tra le ipotesi di pressione, la riduzione degli aiuti e l'embargo della fornitura di armi. Il Dipartimento di Stato Usa ha assicurato che non taglierà i suoi aiuti, ma ha ribadito un fermo no allo scioglimento dei Fratelli musulmani. Riad ha invece confermato l'offerta di aiuto al Cairo, dicendosi pronta a rimpiazzare i tagli dell'Occidente.
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