sabato 27 maggio 2017
Un'altra frase pesantissima del presidente filippino, che ha ribadito il suo disprezzo verso le donne e i musulmani
Il presidente filippino Rodrigo Duterte tra i militari (Epa)

Il presidente filippino Rodrigo Duterte tra i militari (Epa)

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Venerdì, parlando alle truppe non distante dalla città di Marawi, il presidente Rodrigo Duterte ha ribadito il suo disprezzo verso le donne e i musulmani indicando ai soldati la possibilità di stuprare fino a tre donne locali senza paura di alcuna sanzione. Con frasi choc come: «Sarò io a prendermi la responsabilità. Andrò in prigione per voi. Voi fate il vostro lavoro, e io mi prenderò cura del resto». Incurante delle critiche per il suo linguaggio e i suoi metodi, Duterte continua a alimentare la fama di giustiziere, di popolano arrogante e di macho. Solleticando ancora una volta l’entusiasmo dei filippini che l’hanno votato un anno fa e che oggi punta per i suoi avversari a cercare l’occasione per estendere a tutto l’arcipelago la legge marziale imposta al Sud.
Proprio in occasione della campagna elettorale aveva sconcertato il mondo esprimendo il suo «dispiacere» per non avere potuto partecipare allo stupro di gruppo di una missionaria australiana uccisa nel 1989 durante una rivolta carceraria nella “sua” Davao. «Che peccato. Il sindaco sarebbe dovuto essere il primo!», aveva detto tra le risate dei sostenitori.

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