martedì 9 marzo 2010
Richiamando le parole del Papa durante il viaggio del maggio scorso, la comunità locale è sollecitata a essere ponte di dialogo e di collaborazione per una cultura di pace. Nella lettera del cardinale Sandri per la Colletta del Venerdì Santo, l’invito a sostenere i fratelli che sono nei luoghi in cui visse Gesù con «la preghiera, la partecipazione vigilante e la generosità concreta».
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Sostenere i cristiani della Terra Santa con «la preghiera, la partecipazione vigilante e la concretezza della generosità». È l’invito che il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, rivolge attraverso i vescovi ai cristiani di tutto il mondo nella Lettera per la Colletta di Terra Santa 2010, il gesto di solidarietà che ogni anno il Venerdì Santo vede il mondo cattolico mettere al centro il legame di solidarietà che unisce tutti alla Chiesa madre di Gerusalemme.La Colletta è un gesto che affonda le sue radici in un’esperienza concreta vissuta dalla prima comunità cristiana, al tempo degli apostoli. Come scrive il cardinale Sandri nel testo diffuso ieri dalla Sala stampa vaticana (e che porta la firma anche dell’arcivescovo segretario del medesimo dicastero, Cyril Vasil’), l’attenzione ai bisogni dei cristiani di Terra Santa è «sensibilità che si fa soccorso, come quello inviato ai fratelli della Giudea (At 11,29-30); ricordo, come l’invito di San Paolo nella lettera ai Galati (2,10), e colletta, che risponde a precise indicazioni pratiche (1 Cor 16,1-6) ed è definita grazia di prendere parte al servizio a favore dei santi (2 Cor 8-9 e Rm 15)». Quest’anno, però, questo gesto si ricollega in maniera particolare anche all’attualità della vita della Chiesa, collocandosi a metà strada tra il pellegrinaggio vissuto nel maggio scorso da Benedetto XVI sui Luoghi di Gesù e il Sinodo per il Medio Oriente, che si celebrerà a Roma in ottobre.E proprio le parole pronunciate dal Papa durante il suo viaggio sono richiamate dal prefetto della Congregazione per le Chiese orientali per raccontare i problemi e i compiti che oggi in Terra Santa i cristiani si trovano a vivere. «Sottolineando fortemente il problema incessante dell’emigrazione – scrive il cardinale Sandri – Sua Santità ha ricordato che "nella Terra Santa c’è posto per tutti". Ed ha esortato le autorità a sostenere la presenza cristiana, ma nel contempo ha assicurato ai cristiani di quella Terra la solidarietà della Chiesa. Nella Santa Messa a Betlemme, ha poi incoraggiato i battezzati ad essere "un ponte di dialogo e di collaborazione costruttiva nell’edificare una cultura di pace che superi l’attuale stallo della paura, dell’aggressione e della frustrazione", perché le Chiese locali siano "laboratori di dialogo, di tolleranza e di speranza, come pure di solidarietà e di carità pratica"».È per sostenere proprio questo tipo di presenza che i cristiani il Venerdì Santo sono chiamati a manifestare in maniera tangibile la propria solidarietà ai fratelli di Gerusalemme. E nel messaggio il porporato rivolge anche un invito particolare: in questo anno sacerdotale richiama vescovi, presbiteri e seminaristi a riscoprire il loro legame con la Terra Santa. «I cristiani d’Oriente – aggiunge ancora il cardinale Sandri – portano una responsabilità che spetta alla Chiesa universale, quella cioè di custodire le "origini cristiane", i luoghi e le persone che ne sono il segno, perché quelle origini siano sempre il riferimento della missione cristiana, la misura del futuro ecclesiale e la sua sicurezza. Essi meritano, pertanto, l’appoggio di tutta la Chiesa». Un appoggio che si traduce in qualcosa di molto concreto: come ogni anno alla lettera della Congregazione per le Chiese orientali è infatti allegato il rapporto della Custodia di Terra Santa sulle opere che i proventi della Colletta dello scorso anno hanno contribuito a finanziare. Interventi legati ai luoghi, come le nuove finestre della basilica del Getsemani a Gerusalemme o il restauro della Grotta dell’Annunciazione a Nazareth. Ma anche aiuti alla gente, le «pietre vive» della Terra Santa: il consultorio familiare della parrocchia di Betlemme, le 80 case restaurate per i cristiani della Città Vecchia a Gerusalemme, le 350 borse di studio universitarie per investire sull’educazione dei giovani… Volti concreti di una «Chiesa viva e giovane» che in Terra Santa vuole rimanere «testimone nei secoli delle grandi opere della salvezza».
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