sabato 17 febbraio 2024
Tra le ipotesi l'impiego dei fondi russi congelati per la ricostruzione dell'Ucraina. Trasferiti già 500mila dollari in Estonia
Joe Biden in Ohio

Joe Biden in Ohio - Reuters

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«Ci saranno conseguenze devastanti» per Mosca se Alexei Navalny morirà in carcere. Con queste parole Joe Biden ha minacciato Vladimir Putin nel loro ultimo incontro, il summit a Ginevra del giugno 2021. Una sorta di linea rossa che un reporter gli ha ricordato quando venerdì ha additato lo zar e i suoi «scagnozzi» come responsabili della morte dell'oppositore in una colonia penale in Siberia. Il capo della Casa Bianca ha risposto che da allora la Russia ha «subito un sacco di conseguenze», citando la perdita di 350mila militari nella guerra in Ucraina e le pesanti sanzioni occidentali. Ma nessuna di queste è per la morte di Navalny. E nessuna di queste è riuscita a fermare quello che nel corso degli ultimi anni Biden ha chiamato un «assassino», un «dittatore omicida», un «criminale di guerra». «Stiamo esaminando cos'altro si può fare, stiamo valutando una serie di opzioni», ha rassicurato Biden il quale ha colto l'opportunità per attaccare Donald Trump il quale, tra l'altro, è nell'occhio del ciclone proprio per il silenzio mantenuto sulla vicenda Navalny. La rivale repubblicana Nick Haley l'ha criticato per «non avere detto una parola».

Il presidente americano e i suoi alleati si trovano di fronte al dilemma di cosa possano fare di più efficace rispetto a quanto fatto finora. Gli aiuti militari, finanziari e umanitari hanno consentito a Kiev di resistere e di riconquistare oltre metà dei territori perduti nell'invasione ma non di passare ad una controffensiva decisiva. Le sanzioni hanno indebolito ma non travolto l'economia russa, grazie anche al sostegno di vari Paesi, Cina in testa. Non sono quindi molte le opzioni a disposizione di Biden ma un segnale forte lo deve lanciare. Tra le ipotesi, secondo i media americani, l'uso per la ricostruzione dell'Ucraina dei 300 miliardi di asset russi congelati in Usa e - per la maggior parte - in Europa. La decisione di trasferire in Estonia 500mila dollari confiscati perché vengano impiegati per Kiev sembra andare in questa direzione.

Un'altra arma potrebbero essere le sanzioni contro i figli dei dirigenti russi che vivono all'estero, per far pressione sull'elite di Mosca, ma sembra improbabile che questo possa far cambiare marcia a Putin. In passato Biden aveva ventilato anche possibili sanzioni personali per lo zar se avesse attaccato l'Ucraina ma, a parte la prassi diplomatica di non colpire i capi di Stato e di governo, questo passo ostacolerebbe qualsiasi tipo di negoziato futuro: dalle armi nucleari o spaziali (dopo l'ultimo allarme sulle armi russe contro i satelliti) all'eventuale pace in Ucraina, nonché il rilascio dell'ex marine Paul Whelan e del reporter del Wsj Evan Gershkovich, detenuti come «spie».

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