giovedì 9 gennaio 2014
​L'ex oligarca, accusato di avere sottratto 6 miliardi di dollari alla sua ex banca Bta, era stato arrestato a Cannes lo scorso luglio. È il marito di Alma Shalabayeva, espulsa dall'Italia a fine maggio con la figlia e riaccolta di recente.
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"Questa Corte vuole inviare Ablyazov, un rifugiato, dritto nelle mani delle persone da cui dovrebbe essere protetto", di quelli che lo perseguono. Così la famiglia dell'ex oligarca e dissidente kazako, per bocca del portavoce Peter Sahlas, commenta il via libera all'estradizione di Mukhtar Ablyazov in Russia da parte della giustizia francese.La famiglia intende "fare ricorso alla Corte di Cassazione di Parigi contro la decisione" del tribunale di Aix en Provence che ha dato il via libera all'estradizione. Questa decisione, commenta nel comunicato uno dei legali dell'ex uomo d'affari, "fa vergogna alla giustizia francese". La Corte, fa eco l'altro avvocato, Bruno Rebstock, "non è riuscita a fornire alcuna risposta credibile agli schiaccianti argomenti legali contro l'estradizione di Ablyazov".Per decisione del tribunale francese Mukhtar Ablyazov, accusato di avere sottratto 6 miliardi di dollari alla sua ex banca Bta, dovrà essere estradato in Ucraina o in Russia, con preferenza per quest'ultima.Ablyazov, 50 anni, latitante da quando è stato condannato alla reclusione in Gran Bretagna per oltraggio alla corte 18 mesi fa, è stato arrestato a Cannes lo scorso luglio e da allora è detenuto in custodia calutelare. Il Kazakistan, che vuole mandarlo in carcere, non ha un trattato di estradizione con la Francia. Ma sia Ucraina che Russia hanno richiesto la sua estradizione. Ablyazov ha sempre negato le accuse che gli sono state mosse, sostenendo che siano state pensate per eliminarlo come rivale del presidente kazako.La moglie dell'uomo, Alma Shalabayeva, e sua figlia, Alua, sono state espulse dall'Italia a fine maggio e rimandate in Kazakistan, creando un caso imbarazzante che è costato il posto al capo di gabinetto del Viminale, Giuseppe Procaccini, e ad altri dirigenti del Ministero dell'Interno. Di recente, grazie alla mediazione della Farnesina, madre e figlia sono potute tornare in Italia.
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