mercoledì 28 dicembre 2016
A 75 anni dall'attacco alla base americana, il premier nipponico rende omaggio al memoriale delle vittime. L'incontro con Obama. Lo scorso maggio il premier Usa era andato a Hiroshima
Abe onora Pearl Harbor: l'ultima «pace» di Obama
COMMENTA E CONDIVIDI

È sbarcato a Pearl Harbor – nell’arcipelago delle Hawaii, teatro 75 anni fa dell’attacco che sconvolse il popolo americano e fece entrare in guerra gli Stati Uniti – per celebrare «la forza immensa della riconciliazione». E scrivere una nuova pagina della storia tra Giappone e Usa. Perché se quella di Shinzo Abe è stata la quarta visita (ci andò anche suo nonno Nobusuke Kishi nel 1957) di un premier giapponese alla baia che vide il 7 dicembre 1941 l’attacco aereo che aprì il devastante conflitto nel Pacifico, è sicuramente quella di maggiore significato. Tappa di un viaggio denso di gesti simbolici, iniziato lunedì nella capitale dello Stato delle Hawaii, Honolulu, con l’omaggio al Cimitero memoriale nazionale del Pacifico in memoria dei caduti Usa e, accompagnato da due ministri del suo gabinetto, a quello di Makiki, dedicato ai giapponesi che contribuirono allo sviluppo dell’arcipelago nel XIX secolo. Eventi solenni che hanno anticipato la visita a Pearl Harbor, resa ancora più significativa dalla presenza del presidente statunitense Barack Obama, nelle Hawaii per un vacanza con la famiglia e che nell’arcipelago pacifico è nato nel 1961. Non previste le scuse di Abe all’antico avversario americano e ora principale alleato nella regione. Allo stesso modo in cui Obama non aveva espresso altro che profondo dispiacere per le atomiche di Hiroshima e Nagasaki e impegno alla denuclearizzazione durante la sua visita in Giappone lo scorso maggio.

Proprio su questo scambio di visite, Abe sembra avere puntato molto. Da un lato, per rafforzare la sua posizione politica, dall’altro per tranquillizzare un fronte interno che non ritiene sia necessario porgere scuse formali al popolo americano, a distanza di 75 anni da un attacco che portò alla morte di 2.403 militari statunitensi presi di sorpresa dalle ondate di cacciabombardieri.

«Il messaggio del presidente Obama per un mondo denuclearizzato durante la sua visita a Hiroshima è scolpita nei cuori dei giapponesi», aveva detto Abe all’annuncio della sua visita. Sottolineando che la sua intenzione era di «tranquillizzare le anime dei defunti» affinché il suo popolo «non ripeta mai più le ingiurie della guerra».

Primo capo di governo di Tokyo a visitare il Memoriale dell’Arizona, Abe ha anticipato «un forte messaggio sul valore della riconciliazione, come pure sincere preghiere per le anime dei caduti in guerra».

Quella che Abe ha ribadito essere «un’alleanza di speranza » che potrà impedire nuovi e devastanti conflitti, è per Tokyo una necessità alimentata dalla crescente capacità bellica del dirimpettaio e rivale regionale cinese. Non a caso, mentre alle Hawaii si rinsaldava l’amicizia tra le due nazioni in attesa che un confronto con la nuova Amministrazione Usa guidata da Donald Trump porti anche a rivedere i rapporti strategici e economici, da Pechino è arrivata una doccia fredda. La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha ribadito che se Abe spera di utilizzare la visita alle Hawaii per «chiudere i conti» con la guerra, è un illuso. «Indipendentemente da quale spettacolo viene rappresentato, solo una sincera riflessione potrà concretizzare la chiave per la riconciliazione », ha detto Hua.

In sostanza, ancora una volta, i governanti di Pechino hanno ribadito che solo delle scuse aperte e l’accettazione della sovranità cinese su mari contesi ai confini delle acque territoriali giapponesi potranno garantire una pace vera tra i due Paesi. A ricordare, poi, che i tradizionali equilibri regionali sono minacciati e che la Cina popolare rivendica ora il ruolo di superpotenza e di gendarme regionale, ancora lunedì velivoli e guardacoste giapponesi hanno dovuto seguire le mosse di navi da guerra cinesi al largo delle proprie estreme coste meridionali.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: