sabato 12 novembre 2022
L'ideologo del Cremlino: pieni poteri in caso di successo, ma anche totale responsabilità in caso di fallimento. Il ritiro caotico dei russi. Zelensky: solo Putin non è stanco di questa guerra
Yurii Nevolchuk, insegnante, sventola la bandiera ucraina sulla sua moto a Blahodatne, liberata dai russi, nella regione di Kherson, 11 novembre

Yurii Nevolchuk, insegnante, sventola la bandiera ucraina sulla sua moto a Blahodatne, liberata dai russi, nella regione di Kherson, 11 novembre - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

All'indomani della liberazione di Kherson, il quotidiano britannico Mirror rivela che il filosofo e politologo Alexander Dugin, considerato l'ideologo del Cremlino, avrebbe duramente attaccato il presidente russo Vladimir Putin su Telegram, in un post poi rimosso. In un'autocrazia, scriveva, "diamo al sovrano pienezza assoluta dei poteri per salvarci tutti" e dunque "pieni poteri in caso di successo, ma anche totalità delle responsabilità in caso di fallimento". "Niente contro Surovikin", ossia il capo delle operazioni militari in Ucraina. "Il colpo non è diretto a lui. È un colpo per voi-sapete-chi".

Nel lunghissimo post, Dugin utilizza toni accorati. "Una città russa, capitale di una regione, si è arresa, è stata consegnata", i "russi piangono e soffrono", scrive. E per indicare il responsabile di tale fallimento, Dugin fa una riflessione sul potere russo, in cui al "sovrano viene dato potere assoluto per salvarci tutti in un momento critico". E "se per farlo si circonda di schifezze o sputa sulla giustizia sociale, è spiacevole, ma è giustificato per salvarci". Al contrario, "se non ci salva, il suo destino è quello del Re della pioggia", ossia essere ucciso, aggiunge Dugin, citando un saggio dell'antropologo e storico delle religioni scozzese James Frazer.

Il 20 agosto scorso la figlia di Dugin era stata uccisa in un attentato nei pressi di Mosca, attribuito ai servizi secreti ucraini.

La liberazione di Kherson

L'esercito ucraino è entrato, venerdì mattina, nel centro della città di Kherson, dopo il ritiro dei russi. Foto postate sui social mostrano la fanteria accolta da residenti festanti nel quartiere di Korabelnyi. Nelle immagini diffuse sui social e geolocalizzate dalla Cnn, i cittadini inondano la piazza del distretto periferico di Shumenskyi, sventolando e alzando bandiere giallo-celesti per festeggiare la liberazione.

La gente appende bandiere ucraine a Kherson e una bandiera dell'Ue. 11 novembre, foto rilasciata sulla pagina Telegram delle Forze Armate dell'Ucraina

La gente appende bandiere ucraine a Kherson e una bandiera dell'Ue. 11 novembre, foto rilasciata sulla pagina Telegram delle Forze Armate dell'Ucraina - Ansa / Us Forze Armate Ucraina

Il Guardian descrive come caotico il ritiro dei russi, parlando di feriti abbandonati o fatti prigionieri e dei bombardamenti ucraini mentre le truppe attraversano a piedi il fiume Dnpr. Ai soldati sarebbe stato detto anche di cambiarsi in abiti civili e provare a fuggire, riportano Cnn e Guardian. Serhii Khlan, membro del consiglio regionale ucraino di Kherson, ha dichiarato in un briefing online che molte truppe russe "hanno buttato via le loro uniformi militari". "C'è molto lavoro da fare per lo sminamento e lo sgombero della città" ha aggiunto. Residenti hanno confermato alla Cnn che molti soldati russi stavano usando abiti civili. Secondo Khlan, parecchi sarebbero annegati mentre cercavano di fuggire. Nella ritirata i russi avrebbero fatto detonare esplosivi nella centrale di Kherson e distrutto parte di un'antenna televisiva.

Secondo le forze armate ucraine, almeno 10mila soldati russi restano sulla riva destra del Dnepr. "Una parte di queste truppe russe rimaste sta rispondendo al fuoco ucraino, altri stanno cercando di sfondare le linee di Kiev, altri sono in abiti civili". Quel che è certo è che il ponte Antonivskiy sul Dnipro, l'unico attraversamento da Kherson, è crollato, probabilmente distrutto dalle truppe in fuga.

In un tweet il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, parlava ieri di "importante vittoria" pubblicando un video in cui dei civili strappano un cartellone in cui si legge: "La Russia è qui per sempre": "Beh, non proprio! A tutti nel mondo, compreso l'Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) dove mi trovo attualmente: l'Ucraina sta ottenendo un'altra importante vittoria in questo momento e dimostra che qualunque cosa la Russia dica o faccia, l'Ucraina vincerà".

Da Mosca, il ministero della Difesa afferma che oltre 30.000 soldati e 5.000 mezzi militari e armamenti sono stati trasferiti sulla sponda sinistra del Dnipro. La ritirata era stata annunciata due giorni prima dal ministro della Difesa, Shoigu, in nome della salvaguardia della vita dei soldati ed è stata narrata dai media ufficiali russi come un ridispiegamento, una mossa tattica. Ma sui social media russi, rende noto la Bbc, i sostenitori della linea dura ne parlano come della maggior sconfitta dai tempi del crollo dell'Unione Sovietica.

Il Cremlino: Kherson è terra russa, l'operazione militare prosegue

Dopo le ritirate prima dalla regione di Kiev, a marzo, e poi dalla regione di Kharkiv, a settembre, questa è la terza ritirata russa nel corso della guerra ucraina, la prima da una grande città occupata.

Il territorio di Kherson è una delle quattro province ucraine annesse unilateralmente dalla Federazione russa il 30 settembre. Il Cremlino ha escluso qualsiasi modifica dello status della regione conseguentemente al ritiro militare. Il territorio fa parte "della Federazione Russa, questo status è legalmente definito e fissato. Non ci sono e non possono esserci cambiamenti", ha detto il portavoce presidenziale Dmitry Peskov. Quanto al ritiro russo, e se questo possa apparire come un colpo al prestigio della dirigenza russa, Peskov ha detto che "esistono valutazioni opposte in proposito. E in ogni caso la situazione non è umiliante. Ma non vorremmo commentare né in un modo e né in un altro, continua un'operazione militare speciale".

Missili su Mykolaiv: uccisi 6 civili

Nella notte tra giovedì e venerdì raid missilistici hanno colpito un edificio residenziale a Mykolaiv, la città più grande vicino a Kherson, uccidendo almeno sei civili. "Mykolaiv, la cinica risposta dello stato terrorista ai nostri successi al fronte" ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Un colpo a un edificio residenziale di cinque piani. Distrutto dal 5° al 1° piano. Purtroppo ci sono morti e feriti. Sono in corso le operazioni di ricerca e soccorso. La Russia non abbandona le sue spregevoli tattiche. Noi non rinunceremo alla nostra lotta. Gli occupanti saranno responsabili di ogni crimine contro l'Ucraina e gli ucraini".

Zelensky: solo Putin non è stanco di questa guerra

Intervistato dalla Cnn, Zelensky ha detto di non credere alla prospettiva di negoziati di pace con la Russia finché Mosca continuerà a parlare nella lingua degli ultimatum. "Solo il Cremlino, solo una persona che guida la Russia, non è stanco di questa guerra. Lui - ha detto, riferendosi a Putin - può essere stanco della vita a causa della sua età, ma sicuramente non è stanco della guerra".

Il presidente ucraino ha osservato che quando Mosca vorrà davvero la pace, "la ascolteremo e ci incontreremo sicuramente". Tuttavia, per ora, le dichiarazioni della parte russa sui colloqui di pace rimangono solo parole. "Parole che non bastano - ha aggiunto Zelensky -. Fermare la guerra, lasciare il nostro territorio, smettere di uccidere persone, iniziare a riparare i danni che causati al nostro Paese, assicurare i criminali alla giustizia... Ma per ora, queste sono solo parole".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: