giovedì 14 novembre 2019
L'accordo tra Israele e le fazioni armate palestinesi grazie alla mediazione egiziana. In mattinata, però, lanciati altri 5 razzi verso il territorio israeliano
Un militare israeliano al confine con la Striscia di Gaza (Ansa)

Un militare israeliano al confine con la Striscia di Gaza (Ansa)

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Un accordo fra Israele e le fazioni armate palestinesi per un cessate il fuoco immediato a Gaza è stato raggiunto ieri notte, grazie alla mediazione dell'Egitto. In base all'accordo, il fuoco a Gaza doveva cessare dalle 5,30 ora locale (le 4,30 in Italia), anche se già stamane, secondo un portavoce militare israeliano, 5 razzi sono stati lanciati da Gaza verso le zone sud di Israele dove poco prima sono risuonate le sirene di allarme.


In precedenza la Jihad islamica, tramite il portavoce Mussab al-Breim, aveva confermato che l'accordo è entrato in vigore in mattinata. "L'occupazione (Israele, ndr) ha accettato le condizioni dettate dalla resistenza", ha affermato. Anche l'esercito israeliano ha confermato il cessate il fuoco e la fine dell'operazione “Cintura nera”, come le forze armate hanno definito lo scontro di questi giorni. L'esercito ha poi sottolineato di aver raggiunto i suoi obiettivi con "un duro colpo" alla Jihad islamica e alle sue capacità belliche. Secondo il ministro degli Esteri israeliano, Yisrael Katz, Israele manterrà il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza fino a quando le milizie palestinesi si asterranno da attaccare lo Stato ebraico.


L’intesa è arrivata nella Striscia di Gaza dopo due giorni di combattimenti tra le forze israeliane e la Jihad islamica: 34 le vittime nell'enclave palestinese. Nel tentativo di frenare questa nuova spirale di violenza, l'inviato Onu per il Medio Oriente, Nickolay Mladenov, è arrivato mercoledì al Cairo per guidare con gli egiziani, che godono di una forte influenza su Gaza e relazioni ufficiali con Israele, una mediazione per la "de-escalation urgente".


L'accordo prevede che le fazioni palestinesi debbano garantire di "mantenere la pace" durante le proteste contro il blocco israeliano a Gaza e il ritorno dei rifugiati palestinesi nelle loro terre. Da parte sua, Israele deve fermare i suoi raid e "assicurare un cessate il fuoco" durante queste manifestazioni della "marcia del ritorno" che finora hanno causato oltre 300 morti e migliaia di feriti nella Striscia di Gaza. L'accordo arriva dopo l'ennesimo raid che mercoledì sera ha portato all'uccisione di sei membri di una famiglia palestinese, secondo quanto riferito dal ministero della Salute di Gaza.


L'escalation è iniziata martedì all'alba con un'operazione mirata contro Baha Abu al-Ata, un alto comandante della Jihad islamica ritenuto da Israele responsabile di una serie di recenti attacchi contro lo Stato ebraico. Sulla scia di questo attacco, la Jihad islamica ha lanciato oltre 360 missili su Israele, che da parte sua ha moltiplicato i raid aerei contro le posizioni del gruppo islamista armato a Gaza, enclave dove vivono oggi circa due milioni di palestinesi.


Nelle zone israeliane vicino a Gaza, le sirene anti-razzi risuonano da martedì. Nel raggio di 40 chilometri da Gaza, i servizi pubblici sono rimasti fermi anche mercoledì. Un razzo ha danneggiato una casa, un altro una fabbrica e un altro ancora è caduto su un'autostrada, passando a pochi metri di distanza da alcune auto in cosa.


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