martedì 15 gennaio 2019
Aveva preso un volo per Bangkok mentre si trovava in Kuwait con i genitori, poi era stata fermata in aeroporto. I suoi appelli alle autorità e sui social hanno trovato ascolto
La 18enne saudita Rahaf Mohammedal-Qunun al suo arrivo in Canada (Ansa)

La 18enne saudita Rahaf Mohammedal-Qunun al suo arrivo in Canada (Ansa)

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La 18enne saudita Rahaf Mohammedal-Qunun, fuggita dalla famiglia e dal suo Paese e rifugiata in Canada, adesso vuole «vivere una vita normale». Lo ha detto in un'intervista all'emittente canadese CBC, aggiungendo che la sua fuga «è valsa il rischio corso». «Mi sono sentita rinascere, soprattutto sentendo l'amore e l'accoglienza» ha dichiarato la ragazza. «Proverò cose che non ho provato. Imparerò cose che non ho imparato. Esplorerò la vita. Avrò un lavoro e vivrò una vita normale».

«Spero la mia storia sia di ispirazione per altre donne, spero le sproni a essere coraggiose e libere. Spero la mia storia porti a un cambiamento delle leggi» aveva detto la ragazza in un'intervista alla giornalista dell'australiana Abc Sophie McNeil, incontrata la scorsa settimana quando era bloccata a Bangkok. Al giornale Toronto Star ha ribadito che valeva la pena correre il rischio del viaggio: «Non avevo niente da perdere. Siamo trattate come oggetti, come schiave. Volevo raccontare al mondo la mia storia e cosa accade alle donne saudite». Attraverso i social, con tweet e video, la ragazza è riuscita ad attirare l'attenzione del mondo intero.

Il caso continua a suscitare malumori in Arabia Saudita dove Mufleh al-Qahtani, capo della Società nazionale per i diritti umani (NSHR), descritta dagli Stati Uniti come «finanziata dal governo», ha dichiarato di essere «sorpreso dall'incitamento di alcuni Paesi alla ribellione di alcune donne saudite delinquenti contro i valori delle loro famiglie spingendole fuori dal Paese cercando di riceverle sotto il pretesto di concedere asilo».

Al-Qunun era stata fermata nell'aeroporto di Bangkok mentre cercava di raggiungere l'Australia per chiedere asilo dopo essere scappata dalla famiglia durante un viaggio in Kuwait. Sabato scorso è stata accolta dalla ministra degli Esteri canadese Christia Freedland dopo che l'Alto commissariato delle Nazioni Unite peri rifugiati (Unhcr) aveva riconosciuto lo status di rifugiata.

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